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Guido Crosetto, la bomba su Matteo Salvini: "Risultati mai raggiunti, ecco il suo vero obiettivo"

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La corsa al Quirinale è tutt'altro che semplice. Lo crede Guido Crosetto, veterano anche se ormai fuori dalla politica: "Un percorso che prescinde dal Cavaliere non è agevole come qualcuno potrebbe pensare". Per il fondatore di Fratelli d'Italia, infatti, i candidati alternativi potrebbero anche esserci, il problema è un altro: "Se dobbiamo cercare una figura che, oltre a essere rispettata in Italia, abbia peso internazionale. Lì il cerchio si restringe". Insomma, in quel caso gli unici nomi sarebbero due: ancora una volta quello di Mario Draghi e Silvio Berlusconi.

 

 

E proprio il leader di Forza Italia è al momento, e ancora in via ufficiosa, la proposta del centrodestra. Proposta si cui Crosetto si dice timoroso. "La mia preoccupazione - confessa a Repubblica ammettendo di aver sentito telefonicamente il Cav - era legata alle reazioni esterne che ci sarebbero potute essere dopo una sua elezione. Purtroppo ho ancora in mente cosa accadde nel 2011, quando Berlusconi fu costretto a dimettersi da premier per colpe non sue".

 

 

Ma il numero uno azzurro non si arrende. Secondo Crosetto anche se Berlusconi si tirasse indietro nella corsa al Quirinale, "vorrebbe concorrere a indicare un nome di cui si fida. E ci sta, nel ragionamento, che questo nome possa uscire dal centrodestra". Che sia Draghi? FdI non lo esclude. Anche se a detta di Crosetto la vera battaglia della Meloni è "evitare che, dietro il paravento dell'elezione per il Colle, le forze politiche facciano un accordo per il ritorno al proporzionale. Il che significherebbe che in un prossimo futuro, al di là dell'esito del voto delle Politiche, potrebbe nascere qualsiasi governo a tavolino. È una prospettiva certamente da evitare". Diverso invece lo scopo del leader del Carroccio, che punta a tenere il premier al suo posto: "Salvini vuole rigiocare la partita del governo, da ministro, visto che nella sua precedente esperienza portò la Lega a risultati mai più raggiunti. Mi pare evidente che non è la partita di Giorgia Meloni". 

 

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