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Giorgia Meloni e Forza Italia, "scontro acceso sul ruolo di Draghi". L'indiscreto dal vertice del centrodestra

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"Nessuno ha parlato dell'eventualità che Mario Draghi sia eletto o meno al Colle". Dal vertice di centrodestra sul Quirinale concluso sabato sera trapelano le prime significative indiscrezioni oltre alla "versione ufficiale", vale a dire la rinuncia alla candidatura da parte di Silvio Berlusconi. Da Forza Italia era stato il numero 2 Antonio Tajani ad anticipare le posizioni: Draghi deve restare premier e senza rimpasti. Un modo per tenere aperta la strada del Quirinale a un nome del centrodestra e al tempo stesso blindare i ministri forzisti. Un passaggio, questo, di cui però il comunicato del vertice non fa menzione. 

 

 



Secondo fonti qualificate dello stesso centrodestra che partecipavano al vertice, spiega una agenzia Agi, c'è stata "una discussione in corso, anche molto accesa - viene spiegato -, perché Fratelli d'Italia non vuole assolutamente che nel comunicato finale si faccia riferimento alla durata della legislatura". E conferme arrivano qualche minuto dopo, a incontro concluso.

 

 

 

"Berlusconi ha fatto un passo in avanti, non uno indietro". Maurizio Lupi di Noi con l'Italia legge così la rinuncia del Cavaliere alla candidatura al Quirinale, ufficializzata al vertice di centrodestra condotto via Zoom tra Roma e Arcore. 

"Non rinuncia solo alla candidatura a presidente della Repubblica - sottolinea Lupi, raggiunto dalle telecamere di In Onda su La7 -, ma pur avendo la possibilità di andare alla conta al quarto scrutinio e io credo che era l'unico del centrodestra a potersi andare a prendere quei 505 voti, ora indichi la strada alla coalizione. C'è l'interesse del Paese, un grande gesto di responsabilità: ora il centrodestra nel dialogo con gli altri Grandi elettori indichi una figura autorevole per la presidenza".

 

 

Il centrodestra è compatto sul no a Draghi? Lupi svicola un po': "Oggi non abbiamo parlato di nomi. Ci siamo dati ulteriori passi che saranno fatti nelle prossime ore. Noi siamo compatti nell'unità della coalizione. Qualunque scelta si vada a fare per il nome della presidenza la faremo insieme, dalla Meloni a Noi con l'Italia. Al tempo stesso chiediamo alla sinistra di smetterla con pregiudizi e veti. Noi abbiamo rinunciato al più autorevole candidato che potevamo mettere in campo, ora si abbandonino i veti, si dialoghi senza pregiudizi sulle storie dei singoli candidati. Poi vedremo qual è il candidato che sarà in grado di raccogliere più voti. Ma il centrosinistra stia attento, stiamo qui vent'anni ad eleggere il presidente della Repubblica se non c'è un grande gesto di responsabilità".



 

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