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Otto e Mezzo, Massimo Giannini su Mario Draghi: "Due passi avanti, uno indietro", chi è l'uomo che può vietargli il Colle

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Fumata nera al primo giorno di voti per la successione al Quirinale di Sergio Mattarella. E della fumata nera, ovviamente, se ne parla a Otto e Mezzo, il programma di Lilli Gruber in onda su La7. Ospite in studio il direttore de La Stampa, Massimo Giannini. "Cosa ci dice la prima giornata?", chiede la padrona di casa.

E Giannini risponde partendo da "una premessa da uomo qualunque". Ossia, secondo il direttore, "lo spettacolo a cui stiamo assistendo non è edificante. Mi metto nei panni di un cittadino comune che assiste a questi riti, a queste liturgie, per una carica su cui si poteva impostare un lavoro e un confronto da tre mesi. Vabbè, siamo arrivati all'ultimo e si vota al buio", sottolinea.

 

 

Entrando poi nel merito delle questioni politiche, Giannini punta i riflettori su Mario Draghi: "La giornata di oggi segnala un nuovo protagonismo di Draghi, che fa due passi avanti e uno indietro. Due passi avanti perché dopo giorni in cui ci si interrogava su cosa volesse fare. Questa mattina ha incontrato Salvini, poi ha fatto telefonate, ha preso un'iniziativa. Ha detto al ceto politico: io ci sono, sono a disposizione. È una mossa che rompe la situazione cristallizzata", sottolinea.

 

 

Dunque, "Il passo indietro", che secondo il direttore "è rappresentato dal fatto che, da quello che si sente dire, con Salvini ci sono un po' di problemi. Salvini ha posto il pacchetto completo: presidenza della Repubblica, presidenza del Consiglio. Quello che sceglieremo sul Quirinale avrà conseguenze sul governo, dove io devo pesare di più. E questo apre un fronte con Draghi, ma anche col Pd e coi Cinque Stelle", conclude Giannini.

 

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