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Paolo Mieli, il veleno di Dagospia: "Ma è la stessa persona che... ?". La disastrosa profezia su Mario Draghi

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Paolo Mieli aveva sempre sostenuto che Mario Draghi sarebbe stato votato come successore di Sergio Mattarella al Quirinale al primo scrutinio. Lo ha detto per settimane quasi tutti i giorni nei vari talk tv da Porta a Porta a Tagadà, osserva Dagospia. Ma l'altra sera, ospite di Bianca Berlinguer, a Cartabianca su Rai tre, Mieli ha invece detto che deputati e senatori lanceranno un siluro contro Draghi al Colle e forse pure a Palazzo Chigi. "È lo stesso che profetizzava l'ascesa di 'Mariopio' al Colle al primo scrutinio?", ironizza Dago.

 


"È possibile che butteranno Draghi fuori anche dal governo. Lo si sente dagli umori e da come il premier è stato trattato in questi giorni", ha detto infatti Mieli dalla Berlinguer tratteggiando uno scenario a tinte fosche per il premier. Non è il parere del solo ex direttore del Corriere della Sera. Anche Massimo Giannini, direttore de La Stampa, quasi in contemporanea con il collega ma a Otto e mezzo da Lilli Gruber su La7 parlava del "rischio del grande sfascio".

 

 

Dalla Berlinguer anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva e aspirante "king maker senza voti" per l'elezione del presidente, si mostrava piuttosto perplesso su quanto sta accadendo. "Ci vuole un Presidente della Repubblica che abbia poteri diversi e sia eletto dai cittadini. È il mio sogno, come succede in Francia. Sogno che nel 2029 siano gli italiani a eleggerlo".

 

 

 

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