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Luc Montagnier, un aneddoto drammatico: "Quando si è seduto a tavola...", come è stato umiliato un anziano

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La morte di Luc Montagnier, biologo di fama mondiale, sta ancora facendo discutere. A parlare di lui anche Piergiorgio Odifreddi che racconta quella che definisce "la caduta del Nobel no vax e signore dell'Aids". Odifreddi sulle colonne de La Stampa ricorda il giorno in cui ha conosciuto Montagnier: "Era il 2015, a un meeting quinquennale che si tiene a Lindau, sul lago di Costanza". Qui l'appuntamento era organizzato in modo che a ogni grande tavola si sedesse un solo Nobel, così da impedir loro di fare comunella, e permettere agli invitati di poter interagire con loro. "Ebbene, la tavola a cui si sedeva Montagnier rimaneva inesorabilmente e invariabilmente vuota, e nessuno andava mai a sedersi vicino a lui e alla moglie".

 

 

Così un giorno Odifreddi ha deciso di avvicinarsi, ma una volta spiegato chi era (ossia un matematico), lui rifiutò di essere intervistato. "Evidentemente - commenta - non voleva mettere in discussione le proprie idee, e faceva benissimo, tanto queste erano balzane". Il matematico fa un lungo excursus dell'esperienza di Montagnier: dalla scoperta dell'Aids fino alle ultime posizioni contro il vaccino anti-Covid. E senza risparmiarsi.

 

 

"Un Nobel scientifico - prosegue - premia una particolare scoperta in fisica, chimica o medicina, e non certifica per niente la validità di tutto ciò che i vincitori possono dire o pensare nel resto della loro vita, soprattutto al di fuori del proprio campo di studi. E poiché uno scienziato è un uomo come tutti gli altri, e non un oracolo, il fatto che una volta gli sia andata bene e abbia detto qualcosa di intelligente, o scoperto qualcosa di geniale, non gli impedisce altre volte di dire stupidaggini o prendere cantonate". Il riferimento è ovviamente alle ultime tesi sul "vaccino tossico" contro il Covid. Tesi che lo portarono addirittura a Milano, dove partecipò a un raduno no vax con Gianluigi Paragone.

 

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