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Sigfrido Ranucci, la confessione rubata: "Ho in mano 5 Procure", l'ultima rivelazione sul "metodo" Report

 Sigfrido Ranucci

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Per Sigfrido Ranucci si mette male. Il conduttore di Report, programma di Rai 3, non deve rispondere solo di false fatture e dossier. Sì, perché nel filmato datato 13 febbraio 2014 e pubblicato dal Riformista, il giornalista millantava un "metodo" fatto di agganci con i servizi segreti interessati ai dossieraggi. "Noi siamo lo Stato nello Stato", diceva. E ancora diceva di "avere in mano cinque Procure" e di controllare molte notizie attraverso il fratello che lavora per la Guardia di Finanza.

 

 

"Ecco perché vengo a sapere certe informazioni", raccontava pur di ottenere un fantomatico video hard che avrebbe inguaiato l'allora sindaco di Verona Flavio Tosi in mano a presunti intermediari della 'ndrangheta. Il video sarebbe poi stato pagato attraverso un giro di false fatture per nascondere il materiale di dubbia provenienza. Peccato però che il video hard non sarebbe mai esistito. Il fattaccio che ha visto Ranucci protagonista ha indignato anche il suo predecessore, Milena Gabanelli. 

 

 

Intanto la Rai starebbe valutando anche il danno erariale su cui sono già al lavoro l'audit di Viale Mazzini e la Corte dei Conti attraverso il procuratore generale del Lazio Pio Silvestri. "Non è vero che mio fratello mi passa informazioni, è falso che ho agganci a vari livelli anche in Procura a Verona, la falsa fatturazione è una cosa che mi sono inventato sul momento perché giustificava l'acquisto del video", ha detto Ranucci ai pm del processo intentato da Tosi, ammettendo "alla fine cado nel trappolone".

 

 

 

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