In trasferta

Matteo Salvini insultato in Polonia: "Vergognati pagliaccio". Borghi: "Agguatino, riconosciuto il fotografo contestatore?"

La sinistra italiana esulta per la contestazione ricevuta da Matteo Salvini in Polonia. Il leader della Lega si è recato in visita a un centro di accoglienza al confine con l'Ucraina, tra i profughi in fuga dalla guerra. Ad aspettarlo però c'è il sindaco di Przemysl, Wojciech Bakun, che esibendo una maglietta con il volto del presidente russo Vladimir Putin lo accusa di non aver detto una parola sullo Zar. "Noi siamo qui per salvare le persone", replica Salvini a Bakun, che lo aveva appena invitato ad andare con lui sul confine per contestare il presidente russo.

 

 

 

 

"Sorry, we are here for help childrens...", le parole in inglese dell'ex ministro degli Interni. La sensazione di "imboscata" è supportata da quanto avviene qualche secondo dopo. Un gruppetto di italiani capitanato da un fotografo rincara la dose urlando a Salvini "buffone", "pagliaccio", "vergognati". Qualcuno che gli ricorda "tu dicevi 'mezzo Putin per due Mattarella'". Salvini mantiene la calma e prima di allontanarsi definitivamente augura "buon lavoro".

 

 

 

 

In Italia Matteo Renzi lo invita a porre fine alle "pagliacciate" e tornare a casa. Il leghista risponde secco al leader di Italia Viva: "Renzi e compagni? Vengano a portare aiuti ai bimbi che abbiamo visto oggi piangere al confine, e ci aiutino a portarli in Italia con le loro famiglie, invece di dire sciocchezze. Chi riesce a fare polemica politica anche con la guerra alle porte ha un problema". Sui social ovviamente i commentatori di sinistra si scatenano, ma Claudio Borghi, deputato della Lega, risponde a tono: "Solo disprezzo per l'agguatino stile centri sociali fatto a Salvini dagli stessi poveretti che ne hanno organizzati mille in Italia (riconosciuto il fotografo contestatore?). Quando Zelensky ha irriso Draghi non ho riso ma io sono un patriota, altri pagherebbero per vendersi".