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Generale Camporini, l'allarme: "La trappola della Russia per trascinare l'Italia in guerra"

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Anche l'ennesimo round di negoziati tra Russia e Ucraina sarà un buco nell'acqua. Ne è convinto Vincenzo Camporini. Per l'ex capo di Stato maggiore della Difesa non ci sono segnali concreti, perché "trattativa significa che entrambe le parti concedono qualcosa". E questo non sarebbe il caso, visto che né Vladimir PutinVolodymyr Zelensky sono disposti a fare un passo indietro. Questo fa credere a Camporini che più che negoziati, questi siano incontri.

 

 

Il problema per l'Italia è però un altro. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, ha avanzato l'ipotesi che il Paese diventi garante di neutralità senza contare le conseguenze. "È un ruolo molto delicato - conferma il generale - perché, stabilite le regole, se c'è violazione da parte di una delle parti bisogna intervenire. E di Mosca non c'è da fidarsi". D'altronde basta leggere l'articolo 5 del trattato Nato, quello che prevede l'obbligo da parte dei firmatari di intervento militare se si verificano violazioni da parte di chi aggredisce.

 

 

Una condizione, quella dell'Italia garante, "certamente di rilievo se le viene riconosciuto un ruolo istituzionalmente inserito all'interno di un team internazionale". Ma - precisa - "bisogna poi mettere in conto il rischio di essere coinvolti". Questo significa essere pronti a tutto: sia a essere sul terreno dopo il cessate il fuoco, che "predisporre una forza potenziale in grado di agire se qualcuno viola i patti". Peccato però che il Paese potrebbe non essere pronto. "Un conto è una presa di posizione prosegue Camporini -, un conto sono i fatti. È certamente prestigioso far parte di un pool di Paesi ritenuti capaci e affidabili. Ma forse bisogna anche spiegare all'opinione pubblica che si tratta di un impegno gravoso che comporta anche dei rischi". 

 

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