Strategia mentale

Vladimir Putin, "annusata dal cane Koni proprio lì": come ha umiliato Angela Merkel

Basta un dettaglio per capire il profilo psicologico di Vladimir Putin. Nel 2007 invitò la cancelliera tedesca Angela Merkel a Sochi. Un incontro istituzionale importantissimo: lui era già assai temuto, anche se all'epoca l'uomo forte del Cremlino era considerato ancora un interlocutore affidabile (se non proprio rassicurante) per l'Occidente, mentre lei era da pochi mesi al potere in Germania e nessuno poteva immaginare che sarebbe diventata la donna in grado di guidare politicamente tutta l'Europa. 

 

 


Sul Mar Nero va in scena uno scontro di nervi, una guerra per dimostrare chi dirigeva il gioco. Il padrone di casa, con un passato nel Kgb e diventato da oscuro burocrate a Zar della nuova Russia, o l'ospite cresciuta nella Germania dell'Est ma esponente di ferro della Cdu? Tanto per gradire e metterla subito a suo agio, Putin fece entrare nella sala il suo labrador nero Koni. Affabile fin che si vuole, ma comunque cagnone capace di intimorire chiunque. Figurarsi la Merkel, che la Cnn ricorda letteralmente terrorizzata dai cani da quando venne attaccata da un esemplare nel 1995.

 

La Merkel terrorizzata dal labrador di Putin: guarda il video

 

Un trauma privato di cui evidentemente Putin, ben informato dai suoi ex colleghi "orecchioni" della polizia segreta di Mosca, era a conoscenza. Koni si aggira placido tra i due big mondiali, poi si avvicina ad Angela, la annusa, si accuccia vicino alle sue gambe. La Merkel lo guarda insistentemente, è tesissima, non riesce a distogliere gli occhi mentre Vladimir osserva la scena con espressione tra il mefistofelico e il soddisfatto. In una gara mentale a scacchi, è quasi la mossa che pronti-via chiude subito la partita. "Non volevo spaventarla", si difenderà anni dopo il presidente russo. Difficile credergli, alla luce delle promesse con cui ha illuso il mondo in tutti questi anni.