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Gruppo Wagner, la confessione-bomba dell'ex comandante: "Ecco da chi riceviamo le armi"

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All'89esimo giorno di guerra è Marat Gabidullin a rompere il silenzio. L'ex comandante del gruppo Wagner, organizzazione paramilitare russa, svela i misteri dietro "l'armata segreta di Vladimir Putin". Ospite di Mezz'ora in più su Rai 3 l'uomo delinea uno scenario tutt'altro che ottimista per il presidente russo. A suo dire, "per la guerra in Ucraina la soluzione militare non è più possibile". Le stime di Gabidullin a Lucia Annunziata parlano di risorse in esaurimento: "Questa guerra è stato un errore tragico. Questa guerra si protrarrà per tanti mesi, la Russia diventerà sempre più debole e non sarà più in grado di difendersi dalle minacce che arrivano ad esempio dall'Afghanistan".

 

 

In quello che sembra un mea culpa, l'ex comandante rivela ai concittadini l'esistenza di strutture, tra cui la Brigata Wagner, che il Cremlino utilizzerebbe "in maniera molto dubbia". "Putin - è l'accusa dell'ex pilota dell'aeronautica - manda a morire i nostri uomini. Non c’è training, non c’è coordinamento delle azioni. Lo si è visto anche all’Isola dei Serpenti. Le vittorie in Siria furono dovute principalmente ai morti della Wagner, mentre i generali del Cremlino si fanno belli e vengono promossi. Ma l’Isis non aveva artiglieria, droni turchi, mezzi corazzati. In Ucraina è tutto completamente diverso". Insomma, a Kiev la disfatta russa è data per scontata. 

 

 

E a chi come Sergej Lavrov, ministro degli Esteri e fedelissimo dello zar, nega un qualsiasi legame tra il governo e il gruppo Wagner, Gabidullin risponde: "I gruppi privati non possono avere nessun tipo di armi secondo la legislazione russa, quindi quelli che ce le hanno le hanno solo col permesso dello Stato".

 

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