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Paolo Mieli massacra Mario Orfeo: "Direi che è come...", il paragone con cui lo annienta

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Paolo Mieli è entrato a gamba tesa sul caso Fuortes-Orfeo esploso in Rai e soprattutto sul Pd, che “quando si tratta di nomine fa attenzione”. Lo ha fatto dai microfoni di Radio24, dove l’editorialista del Corriere della Sera è stato a dir poco pungente. Innanzitutto Mieli ha palesato il suo punto di vista sulla situazione spinosa venutasi a creare: “Fuortes voleva mandare via Orfeo per tradimento, perché era inaffidabile”.

 

 

“Invece - ha sottolineato Mieli - dalla lettura dei giornali sembra che l’abbia rimesso proprio dove lui voleva tornare: alla direzione del Tg3. Sulle nomine non è mai distratto il Pd, vero? Quando si tratta di nomine fa sempre attenzione…”. In pratica i fatti sono i seguenti: Fuortes ha defenestrato Orfeo da direttore degli approfondimenti non avendo più fiducia nei suoi confronti; la faccenda è però diventato un caso politico, con il Pd in prima linea a protestare con vigore in Rai, ma anche a Palazzo Chigi. Finale della storia? Orfeo tornerà a dirigere il Tg3.

 

 

Mieli allora si è prestato al gioco dei paragoni, per quanto molto scomodi e per nulla tenersi: “In controluce, visto che le vicende sono contemporanee, direi che Orfeo è come il patriarca Kirill della Rai. E Fuortes è come Ursula von der Leyen di fronte a Viktor Orban. Il Pd? Ha il volto pacioso e concreto proprio di Orban”.

 

 

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