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Elena Del Pozzo, "e le mamme che abortiscono?". Chi è questa donna: rivolta sui social

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"E allora le mamme che abortiscono?". Fa il giro dei social il commento della dottoressa Monica Calcagni, molto seguita su Facebook e TikTok, intervenuta con un video sul drammatico caso di Elena Del Pozzo, la bimba di 5 anni uccisa dalla mamma Martina Patti nel Catanese. Gli esperti parlano di raptus di gelosia, di "sindrome di Medea", una brutale e folle vendetta contro il padre della piccola ed ex marito della donna, "colpevole" di essersi rifatto una vita.

 

 



"Quando un genitore uccide il proprio figlio di chi è la colpa? - chiede la dottoressa Calcagni, ginecologa e medico estetico -. Chi siamo noi per giudicare? Quale genitore riesce sempre a mantenere il controllo? Non giustifico il gesto che va punito, ma provo a capire la sofferenza di questi genitori che non sono stati capiti, sono incompresi, depressi, soli. E chi sta loro attorno è ugualmente colpevole di non aver capito, di non aver compreso…".

 

 

 



Martina Patti, dunque, avrebbe pagato un isolamento emotivo e psicologico confluito poi nella sanguinosa decisione di colpire a morte la figlia. La dottoressa romana condanna ovviamente l'omicida, ma stigmatizza anche i commenti durissimi delle "persone disgustate e arrabbiate per l'abominio commesso da questa mamma". "Io - prosegue la dottoressa - non mi sentirei di puntare il dito contro questa donna: non la conosciamo, non sappiamo il suo vero vissuto. E a questo punto punterei il dito anche contro tutti quelli che hanno frequentato questa donna senza capire il suo malessere. Per arrivare a uccidere il proprio figlio bisogna stare veramente male: non sappiamo la solitudine, la depressione, cosa è passato nella testa di questa donna. Possiamo solo sentirci addolorati e colpevoli per non aver capito che c'era un malessere". Quindi la frase contestatissima: "Tutti quelli che accusano questa donna sono poi quelli che non accusano le donne che abortiscono e ammazzano i loro figli. Solo che quelli non sono mai nati, quindi non li hanno mai tenuti in braccio, in grembo o allattati. Ma non è la stessa cosa? Quelli che puntano il dito sono anche quelli che puntano il dito contro le donne che lasciano il figlio in ospedale per farlo adottare, definendole ingrate? Non è forse meglio lasciare un bambino in ospedale perché non ci si sente in grado di crescerlo, e dargli una possibilità di trovare una famiglia in grado di dargli amore?". 

 

 



Decine e decine i commenti infuriati per questi accostamenti. Una slavina sociale ch eha costretto la dottoressa Calcagni a realizzare un nuovo video per scusarsi con chi si è sentito offeso. "Il mio video forse merita qualche chiarimento. Non sono obiettore di coscienza e sono assolutamente a favore della legge 194, non giustifico le donne che uccidono i loro figli ma non mi sento di giudicarle e non voglio sentirmi ipocrita. La mamma di Elena verrà punita ma non mi sento di giudicarla. Se chi l'accusa col dito puntato sono gli stessi dei movimenti pro-vita, allora sono assolutamente d'accordo con loro. Ma se sono le persone che poi vanno a interrompere la gravidanza, no. E parlo da medico obiettore a favore della legge 194. Ma anche i feti sono vita e una donna che interrompe la gravidanza fa più o meno ciò che ha fatto la mamma di Elena". Una rettifica molto parziale a cui poi è seguito un terzo video, in cui chiarisce: "Non volevo attaccare chi abortisce. Continuerò a parlare solo di lubrificanti e di contraccezione, se e quando mi andrà. Sono stata fraintesa, mi dispiace".

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