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Carlo Calenda umiliato dai suoi: attenzione a questa foto

Giovanni Sallusti
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Adottando il teorema-Calenda, per cui la politica si risolve nella pseudoarguzia social, la giornata di ieri dello stesso Calenda è stata una débâcle. Il "Churchill dei Parioli", come da sfottò di Dagospia, ha sfornato quattro post di seguito per spiegare l'accordicchio col Pd. E ogni volta è stato respinto con perdite, subissato di critiche e di stroncature, ricondotto al suo buffo tatticismo di minuscolo cabotaggio. Più che una serie di commenti, è stato un fuoco di fila, un'unica rivolta social contro l'ossimoro dei sedicenti centristi "liberali" che vanno col partito della patrimoniale e delle regalie ai diciottenni, di cui proponiamo un parzialissimo estratto. «Vergognatevi». «Opportunisti dai collegi blindati». "Le ammucchiate non vengono premiate dai cittadini". "Ha venduto il terzo polo, l'anima, il futuro del Paese, per qualche miserabile seggio in più. Tale e quale i 5S".

 

 


C'è chi stana le lievissime contraddizioni politiche in cui si è infilato Carletto: «Ma quindi hai convinto i Verdi a fare i termovalorizzatori o avete parlato solo di poltrone?»; «Vorrei sapere come si concilia questo accordo con la proposta di Letta di un bonus di 10mila euro da elargire ai giovani finanziato attraverso un aumento delle tasse di successione»; «Fratoianni ha già detto che con l'accordo non cambia nulla. Lui e i suoi continueranno a votare contro le armi in Ucraina, contro rigassificatori e termovalorizzatori, contro ogni modifica al reddito di cittadinanza e in più proporranno la redistribuzione della ricchezza attraverso la patrimoniale».

 

 


Insomma, la percezione (o il "sentiment", come amano dire i nientologi dei social network) è di un Calenda ridotto a "utile idiota" di un'agenda paracomunista (non si offenda, è espressione tecnica di tradizione leninista). C'è chi pretende di rientrare dall'investimento tradito: «Caro sig. Calenda per la prima volta dopo anni volevo andare a votare e ho fatto pure la tessera di un partito che dopo questo accordo ho fatto a pezzettini. Rivoglio anche i 20 euro che inopinatamente le ho versato». Chi annuncia la dismissione di investimenti futuri: «Non farò nessun versamento e non rinnoverò l'iscrizione ad Azione di cui credo di essere stato uno dei primi iscritti». Un'operazione degna del peggior Tabacci. Parecchi congedano lo statista ipotetico con ironia: «Davvero complimenti, il modo migliore per spingere gente che avrebbe votato per voi a votare a destra, così non solo alle elezioni sparite ma sostenete indirettamente gente come Di Maio e Fratoianni», «Buon Di Maio a tutti!». «Ammazza che sòla che j' hai rifilato, Carlé!». Qualcuno vede nel calendismo una sorta di veltronismo 4.0: «Buon viaggio con Articolo 1, con Di Maio, con Landini, con il dico e non dico, con Tav si ma anche no, con il reddito di cittadinanza ma anche con un po' di liberismo». Ma la sentenza migliore è quella di un altro utente: «Lei ha un unico, grande limite: non riesce a delimitare e perimetrare il confine dove termina la cinematografia e inizia la politica». Sipario, Carlé. 

 

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