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Porta a Porta, scambio di battute tra Vespa e Cazzullo su Mussolini

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Si parla di fascismo a Porta a Porta. Nella puntata di martedì 2 novembre in onda su Rai 3, Bruno Vespa e Aldo Cazzullo sono protagonisti di uno scambio di battute sui rispettivi libri scritti. "Il diritto di critica - esordisce il giornalista del Corriere della Sera - deve essere sempre libero. Sicuramente il fascismo ha avuto molto consenso, ma è difficile misurare il consenso quando il dissenso non è consentito". E ancora: "Oggi siamo in una situazione non paragonabile, ma penso che tutte le voci debbano essere ascoltate". Poi il conduttore chiede all'ospite un commento sulla scuola e gli studenti: "Dobbiamo essere più esigenti e prendere le difese degli insegnanti. Dobbiamo investire di più sulla scuola e pagare di più gli insegnanti". 

 

 

Ma il botta e risposta tra i due arriva nel momento in cui il conduttore tira fuori il libro di Cazzullo dal titolo "Mussolini il capobanda". "Vorrei fare una riflessione su Cazzullo, di cui sono amico, lettore ed estimatore - premette Vespa -. Mi pare che tu Aldo nella valutazione di Mussolini sia tornato ai primi anni '60, cancellando di un colpo tutte le riflessioni che ci sono state negli ultimi 50/60 anni".

 

 

E ancora: "Qui ci sono solo capitoli di Mussolini capobanda appunto, non c'è un briciolo di niente in 20 anni. Tu dici che in Italia gli ammiratori di Mussolini sono pochi, ma non pochissimi". Da qui la domanda: "Quindi da De Felice in poi hanno sbagliato tutti quelli che si sono posti delle domande?". Ecco la replica: "De Felice ha cercato di contestualizzare, però penso che non sia vero che fino al '38 Mussolini fosse uno statista che le ha azzeccate tutte e da quell'anno in poi si è alleato a Hitler". Cazzullo ricorda che "Mussolini ha preso potere con la violenza". "Nessuna dittatura può avere un briciolo di giustificazione - interviene il conduttore -, ma ignorare come tu hai fatto totalmente il biennio rosso come tu hai fatto, mi sembra semplicistico". 

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