L'editoriale

Massimo Gramellini, il caffè fascista all'olio di ricino

Alessandro Sallusti

A Massimo Gramellini ieri è andato giù storto il Caffé e ha rigurgitato la cena della sera prima. Nella sua rubrica quotidiana a piede della prima pagina del Corriere della Sera, intitolata appunto il Caffé, il giornalista principe del politicamente corretto invece della penna ha usato il martello e ha pestato come un fabbro Matteo Salvini: venti righe di veleno puro ben lontane nello stile e nella sostanza dall'abituale ironia e leggerezza usate per pungere a destra (soprattutto) e a manca (raramente). Libero Gramellini di pensare e scrivere ciò che crede e libero il Corriere della Sera di pubblicare, questo è ovvio. Ma siccome anche noi siamo altrettanto liberi diciamo, e scriviamo, che quelle poche righe sono quanto di più fascista sia stato pubblicato di recente.

 

 

Sì, roba da picchiatori fascisti, quelli che aspettano il nemico sotto casa e a freddo e protetti da una auto immunità di casta lo manganellano per punirlo delle sue idee non conformi ai dettami del regime, in questo caso il regime di via Solferino- buon interprete della sinistra ztl milanese - che tutto vede e tutto giudica dall'alto della sua presunta superiorità morale. Non ce la fanno da quelle parti a gestire l'umiliante sconfitta elettorale che il Centro destra ha inflitto ai loro beniamini. E siccome non possono prendere a mazzate la vera responsabile della tragedia, Giorgia Meloni (il loro editore non glielo permetterebbe, è pur sempre la premier del Paese), ecco che sfogano la frustrazione sul suo vice colpevole di non si capisce quale reato. Lo stesso Gramellini non indica contro Salvini alcun capo di accusa se non il fatto di esistere, lavorare, parlare.

 

 

Sì, a Gramellini il leader della Lega sta sulle palle, lo abbiamo capito anche perché ieri non è stata la prima volta che lo ha messo nel mirino con violenza. E allora? Ammesso che sappia contare fino a cento Gramellini conti i parlamentari, senatori e ministri che Matteo Salvini - che evidentemente non è "in uno stato di sopravvivenza" come scrive - ha portato al governo del Paese e provi ad avere rispetto se non per loro almeno per i loro elettori che potrebbero essere anche suoi lettori. Perché a noi il caffè mattutino piace, la purga all'olio di ricino anche no. Ma questa è solo una opinione.