Odio rosso

Diego Bianchi, insulti a Meloni e PIantedosi: "Meschini, bulli e..."

Siamo davanti a un fiume di odio e di insulti. Ancora una volta i maestrini della sinistra usano parole pesantissime contro l'esecutivo di centrodestra e soprattutto contro il premier Giorgia Meloni e il ministro Matteo Piantedosi. Questa volta ad aprire il fuoco è Zoro, Diego Bianchi che sul Venerdì di Repubblica mette nel mirino l'esecutivo di centrodestra, i suoi ministri e soprattutto il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi e il premier Giorgia Meloni. Zoro sul Venerdì toglie la maschera che indossa a Propaganada Live. La maschera del "volemose bene", dei toni pacati, dei reportage in cui sta vicino agli ultimi e si imbarca sulla navi delle Ong. I toni sul settimanale di Repubblica assumono quelli tipici dell'odiatore rosso che di fatto chiama all'adunata tutti i suoi seguaci social indicando un obiettivo chiaro: il governo in carica. Le parole usate da Zoro per definire le mosse dell'esecutivo sul fronte migranti e ong sono pesantissime e hanno il sapore degli insulti ricevuti dalla Meloni e da altri esponenti di centrodestra nel corso della campagna elettorale. A questo punto vi diamo conto di quanto scritto nero su bianco da Zoro.

 

Fate molta attenzione, sono ben sette gli insulti messi in fila. Prima arriva la premessa: "Al netto che i porti assegnati siano o meno in città amministrate dalla sinistra, e quindi da "punire" mollando loro la gestione dei migranti in arrivo, si fatica a definire il comportamento del ministro e del governo con parole idonee alla rubrica di un settimanale". A questo punto si scatena l'inferno di parole: "Il mix arrogante e compiaciuto di meschinità, bullismo, ipocrisia, cinismo, irresponsabilità, crudeltà e disumanità alla base delle decisioni prese, stupisce anche chi da questo esecutivo non si aspettava granché di diverso".

 

Insomma, Zoro non usa giri di parole e infanga senza se e senza ma il governo. Forse il "maestrino" di La7 si è perso l'intervista del ministro Piantedosi a PizzaPulita in cui ha spiegato in modo chiaro quali sono i provvedimenti dell'esecutivo sul fronte migranti: "A tempo di record questo governo ha approvato un decreto flussi a fine dicembre per 83mila nuovi ingressi regolari". Basterebbe questa frase per smontare il muro d'odio costruito da Zoro. Ma nella sua furia antigovernativa che strizza l'occhio a chi sfida la legge (Ong incluse), Zoro non poteva non schierarsi con il vandalismo di alcuni esponenti di Ultima Generazione che solo qualche giorno fa nel nome dell'ambientalismo hanno imbrattato le mura e il portone di ingresso del Senato: "Per Simone Ficicchia, ventenne di Voghera tra i più presenti nelle azioni di Ultima Generazione, la Procura di Pavia ha chiesto nientemeno che il regime di sorveglianza speciale del codice antimafia. Tra un mese la decisione del Tribunale di Milano che dovrebbe ridimensionare l'enormità della richiesta, che comunque, incredibile ma vero, si è avuto l'ardire di fare". In poche righe Zoro è riuscito nell'impresa di riaccendere l'odio sinistro sul governo e di tendere la mano a chi attenta alle nostre istituzioni.