Sul Fatto

Fedez, Travaglio si schiera col rapper: "A differenza di Benigni..."

Marco Travaglio nel suo editoriale su Il Fatto quotidiano attacca la Rai che ha preso le distanze da Fedez, cioè "da un rapper che, diversamente da Benigni, capisce la Costituzione e la usa per il verso giusto: per dissacrare il potere in base all’articolo 21, anche se l’aveva fatto molto meglio al concertone del 1° maggio (sparare su uno sfigato viceministro che da ragazzo si travestì da nazi, con tutto quel che sta facendo il governo, è come armarsi di bazooka e poi caricarlo a supposte di glicerina)".

 

 

La Rai invece, prosegue nel suo ragionamento il direttore del Fatto che non perde occasione per attaccare Matteo Renzi, non si è dissociata "da Lucio Presta, indagato col cliente Renzi per 700 mila euro di finanziamenti illeciti: anzi a lui fanno organizzare direttamente Sanremo, da cui volevano cacciare Madame, l’artista migliore".

 

 

Insomma, osserva Travaglio: "Questo si conferma il festival degli ex comici: Zelensky, Benigni e il futuro ex comico Angelo Duro, che Amadeus annunciava così scomodo da invitare ai telespettatori più impressionabili a cambiare canale: manco fosse tornato Luttazzi, o Grillo. Invece è arrivato uno che parlava di tatuaggi, mogli, migno*** e, siccome non rideva nessuno e nessuno aveva pregato il pubblico di ridere (come i claqueur per Benigni) s’è calato i pantaloni".