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Tutte le bucce di banana di Marco

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Travaglio, penna pungente e facile alla querela: le condanne e le assoluzioni di una carriera

Andrea Tempestini
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Nel corso della sua brillante carriera Marco Travaglio è stato più volte querelato o citato in giudizio per i suoi articoli. In molti casi è stato assolto, in altri processi è stato condannato in primo grado o in appello, in una singola occasione il procedimento si è concluso con la ritira della querela (qui c'entrava Bruno Vespa), e in un altro caso la faccenda è finita in prescrizione (in questo caso c'entrava Cesare Previti). Le sentenze di condanna sono in tutto nove. Una risale al 2004, quando per errore attribuì all'allora parlamentare di Forza Italia, Giuseppe Fallica, una condanna per false fatture che riguardava invece un suo omonimo che lavorava in Publitalia. L'anno successivo a ottenere un risarcimento - da Travaglio e da Furio Colombo - fu Fedele Confalonieri, il cui nome era stato associato ad indagini per ricettazione e riciclaggio. Tre anni dopo la querelle (e il risarcimento) riguardava ancora una volta Fedele Confalonieri. Sempre nel 2008 fu condannato a risarcire la "servile" Susanna Petruni del Tg1. Quindi, sempre restando tra le stanze di Viale Mazzini, nel 2009 la condanna arriva per diffamazione nei confronti di Fabrizio Del Noce. Altre tre le pronunce a suo sfavore tra 2009 e 2010. Tra le sentenze a favore di Travaglio, penna pungente e facile alla querela, se ne conta una in cui fu citato in giudizio dal suo nemico e bersaglio principale, Silvio Berlusconi. Ve n'è poi un'altra: fu portato a processo da Mediaset dopo la 'storica' intervista concessa a Satyricon. Altre assoluzioni arrivarono dopo le querele di Cesare Previti, dell'onorevole Cesare De Piccoli e, ancora, di Fabrizio Del Noce. Ultima sentenza favorevole a Travaglio, l'archiviazione disposta dal gip di Roma della causa per diffamazione intentata da Cesare Geronzi.

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