Cerca
Logo
Cerca
+

Grillo provoca: "Colonnello? Lui è uno di noi italiani"

default_image

Il comico genovese punta il dito contro l'Italia che ha fatto affari con Gheddafi: realpolitik da demolire. E quante dimenticanze...

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Il populismo di Beppe Grillo, 'alleato' naturale del Pdl come ha ironicamente ricordato Silvio Berlusconi, francamente non ci mancava. Così, all'indomani della morte di Gheddafi, punta il dito contro l'Italia. "Gheddafi è uno di noi", scrive sul suo blog. Poi vomita il suo veleno sull'intero Belpaese. "La meraviglia è una dote degli italiani", popolo di fessi, evidentemente, per il comico genovese. Grillo se la prende con lo Stivale, che adesso dice "abbasso Gheddafi, il sanguinario dittatore beduino", dopo averci fatto affari per anni. "Qualcuno ha alzato un dito in quarant'anni contro chi ha spogliato tutti i beni e cacciato da un giorno all'altro come dei cani gli italiani che vivevano in Libia da decenni? Anzi - si adira il giullare ligure - è avvenuto il contrario. Gheddafi è stato protetto, riverito, accolto come il garante della mitica Quarta Sponda dell'Italia". Il pistolotto di Grillo prosegue, al solito, intriso di cattiveria e disprezzo verrebbe quasi da dire per l'Italia tout-court. Beppe ci ricorda che "abbiamo barattato petrolio con armi e assistenza militare, energia con la perdita del pudore della nostra democrazia". Fa già sorridere sentire mister "vaffanculo" parlare di pudore, fa sorridere sentirlo incensare il termine "democrazia", lui che con le sue cinque stellette sul petto è massima espressione di un movimento che si vanta di schifare tutta la politica, lui che spiega che tutta il Parlamento è spazzatura, e che di giusto al mondo, insomma, c'è soltanto lui e la sua vis verbale intrisa di insulti, volgarità e vuota di contenuti. Ma quello che fa ancor più sorridere sono le dimenticanze di Grillo. Nessuno vuole nemmeno provarci a farlo ragionare. Impresa impossibile fargli capire che il 24% del nostro fabbisogno energetico arrivava dalla Libia, fargli capire che la politica estera di Berlusconi ha 'normalizzato' una figura certo borderline come quella di Gheddafi. Ma almeno, signor Grillo, prima di calpestare l'Italia dall'alto di chissà che cosa, si ricordi che in tanti, moltissimi, hanno parlato, trattato e fatto affari con Gheddafi. Con lui interloquì la Francia di Sarkozy, la Scozia scossa dalla strage di Lockerbie, e nel contesto delle indagini sulla tragedia al Raìs si avvicinò anche Nelson Mandela, la cui azione fu decisiva per ritirare l'embargo Onu alla Libia. Gheddafi strizzò l'occhio a D'Alema e Prodi e strinse la mano anche a Geroge Bush e Barack Obama. Poi che l'Italia abbia fatto affari con lui è un dato di fatto: questione di prossimità e di risvolti storici. Anche l'intero nordafrica è dipeso a lungo dai suoi petrodollari. Ma tutto questo per Grillo non conta. Nel mirino ci finiscono solo l'Italia e la sua realpolitik. Ma d'altronde, da chi manda tutti a f..., non ci si può aspettare che comprenda i risvolti politici ed economici di un rapporto discusso e discutibile, ma che è sbagliato criminalizzare.

Dai blog