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Elezioni, l'avvertimento di Paragone: "Occhio alla generazione fluido-green"

di Gianluigi Paragone lunedì 5 giugno 2023

3' di lettura

Non basta più rifiutare le vecchie etichette destra -sinistra, anche se una piccola percentuale di loro ama le tinte forti del rosso e del nero. Il grosso del nuovo elettorato è pronto ad atterrare in quella pista che a lungo gli hanno preparato i... piloti. È la generazione fluida, apolitica, digital e appassionata ai grandi temi della Nuova Era: ambientalismo in testa. Guai a sottovalutare le prossime elezioni perché saranno il banco di una generazione che considera l’Europa la sua casa e l’ecosostenibilità un tema persino più forte dell’immigrazione/sicurezza. O del lavoro. La generazione che debutterà al voto europeo 2024 è la generazione che meglio è stata “programmata” dai progressisti in tutti questi anni, è la generazione che si è messa in fila per votare la Schlein alle primarie pur non amando particolarmente il Pd. È la stessa generazione a cui guarda la frontiera dei sindaci o degli amministratori che - a cominciare da Beppe Sala - scioglierà le riserve e si dirà disponibile alla grande sfida per costruire la nuova Europa, green, pacifista, bla bla bla…

Occhio a sottovalutare questa onda e soprattutto occhio a non costruire, per quanto in ritardo, una contro-narrazione al green di propaganda e ipocrita edificato dalle parti del centrosinistra, con l’aiuto di giornali e televisioni. Sono anni e anni che, con costanza quotidiana, dalle scuole elementari e medie guardavano alla nuova generazione, a quella che poi avrebbe appunto spazzato via il vecchio asse cartesiano destra-sinistra per costruirne uno nuovo, privo di punti di riferimento ma basato sulle emozioni, sulle emergenze, sul sentiment.

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ECOSOSTENIBILE

Se infatti si dovesse riportare sul vecchio sistema analitico e rigorosamente scientifico il dibattito sull’emergenza climatica, si scoprirebbe che la propaganda (e l’eco-marketing) è lievitata proprio dalla parte dei buoni, di coloro che gridano alle battaglie verdi. I quali hanno appunto usato tutte le leve della comunicazione per addestrare un esercito di nuovi idealisti, i Green, gli Ecosostenibili, l’Ultima Frontiera perché «se non lo salveremo noi il Pianeta sarà l’Apocalisse».

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EUROPEISMO SPINTO

“Tontoloni” tirati su a colpi di europeismo spinto («Dovete sentirvi piùeuropeisti che italiani») e doppiofurore, ecosostenibile e digitale, guarda caso i due binari del Pnrr. Chi si permetterà di criticare il vangelo europeista, green e digital sarà trattato come negazionista, terrapiattista, divulgatore delle fake sulle scie chimiche e putiniano (ovviamente pureno-vaxladdove sifosse pure impegnato nella battaglia contro l’obbligo del green pass). L’ecosostenibilità “made in Europe” è l’ennesima grande operazione di marketing culturale attraverso la quale si muovono grandissimi interessi, cui della salvezza della Terra non frega un tubo; interessa piuttosto continuare a creare il solco tra élite e popolo, con buona pace che la rivoluzione ecosostenibile spinta dalla Von Der Leyen e dal suo vice Timmermans avrà un costo sociale altissimo, che però si vedrà troppo tardi. L’altro giorno l’ex ministro ulivista e grande conoscitore della materia energetica, Alberto Clò, ha parlato di furore ecologista e citato alcuni numeri. Ovviamente i giovani non si prenderanno la briga si studiare quei dati che smentiscono le follie partorite dall’Europa e portate in Italia dal Pd, da Repubblica e dalle Brigate Rolex, per dirla con il mio amico Paolino: tanto qui non studia nessuno e nessun dato scalderà mai tanto il cuoricino di questi mammalucchi convinti da quattro fotografie ad hoc vendute come la prova del disastro climatico. Ci torneremo. 

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