In Ucraina, sul campo di battaglia, da oltre un anno è in corso non solo la più sanguinosa guerra combattuta in Europa dal 1945 a oggi, ma anche il più esplicito confronto diretto tra alcuni dei più avanzati armamenti in circolazione. Roba grossa: dalla difesa aerea ai missili ipersonici, dai tank ai jet di ultima generazione. Ma il conflitto russo-ucraino è anche, a tutti gli effetti, un App store della guerra a buon mercato. Quella capace di "ispirare" gruppi terroristici, guerriglieri e bande di criminali sparse in giro per il mondo.
L'Ucraina, tra le altre cose, ha inaugurato ad esempio una corsa al drone senza precedenti. Tecnologie UAV erano già state utilizzate (in Siria e in Nagorno-Karabakh ad esempio), ma questo conflitto ha spalancato le porte all'utilizzo sempre più innovativo e allo stesso tempo sempre più rudimentale di droni a bassissimo costo. Oggetti del desiderio privilegiati in questa grande boutique della distruzione sono diventati dei semplici UAV commerciali cinesi da poche centinaia di euro, come gli FPV (quelli cioè in cui, con un visore o una semplice webcam, il pilota ha il punto di vista diretto dell'oggetto che guida). In primissima battuta hanno rivoluzionato, da ricognitori, le capacità dell'artiglieria, diventata molto più precisa senza l'uso di proiettili guidati. Poi sono stati convertiti essi stessi in oggetti atti all'offesa: sia come bombe volanti sia in modo ancora più subdolo, cioè con piccoli ordigni o granate sganciate direttamente sopra il nemico (militare ma anche civile, come documentato da Libero in zona di guerra).
Questo processo è figlio di una crescita esponenziale del mercato dei droni "per hobby", che ha fatto registrare un aumento delle vendite globali da 14 miliardi di dollari nel 2018 a 43 miliardi previsti per il 2024 secondo il Drone Industry Insights. Una democratizzazione di una tecnologia così low-cost e allo stesso tempo così efficace da rappresentare il Santo Graal per ogni criminale.
MESSICO E NARCOTRAFFICO - In Messico, ad esempio, la New Generation del Cartello di Jalisco, uno dei più potenti in assoluto, ha creato unità specializzate nell'utilizzo dei droni con tanto di patch dedicata (gli Operadores Droneros). Questi reparti si dedicano esclusivamente alla ricerca e all'attacco di gruppi rivali come Los Viagras, i Cavalieri Templari e il Cartello di Sinaloa. I droni utilizzati a Jalisco sono per lo più prodotti in Cina e acquistati su Amazon o Ebay. Una volta nelle mani del cartello vengono riempiti con esplosivi di fortuna (tra cui perclorato di potassio e alluminio), schegge e chiodi. Considerando i miliardi che fatturano col traffico di droga, i cartelli saranno presto in grado di mettere in piedi interi stormi di UAV distruttivi e oltre ai rivali ci finiranno sotto anche i poliziotti.
La logica vale per qualsiasi conflitto asimmetrico del mondo. In Africa, ad esempio, gruppi armati come al-Shabaab in Somalia, RSF in Sudan e insorti nella Repubblica Democratica del Congo e in Mozambico stanno da mesi applicando queste tecnologie in combattimento. A loro volta, ricevono rifornimenti da proxy che usano droni come armi in Iraq e in Siria, ma più recentemente anche in Yemen e in Libia.
Israele, ancora prima dell'inizio della guerra in Ucraina, ha definito i droni utilizzati dalla resistenza palestinese una "minaccia tattica" notevole per la sicurezza dello Stato, elencandone ben 10 tipi diversi. Addirittura al confine tra Indonesia e Papua Nuova Guinea le tecnologie senza pilota stanno sostituendo archi e frecce nelle lotte tribali con bilanci sanguinosi: 70 morti negi ultimi tre mesi.
Siccome l'appetito vien mangiando, però, i danni "limitati" che questi dispositivi generano contro un nemico magari ben più potente e organizzato (restano tuttavia fin troppo convenienti per azioni di terrorismo classico e di sabotaggio) hanno innescato nuovi processi di ricerca, sviluppo e innovazione di droni sempre più pericolosi ed economici.
L’IRAN FA AFFARI - Il drone kamikaze iraniano Shahed 136, di cui la Russia ha acquisito la licenza per la costruzione sul proprio territorio, sono tutt'altro che inaccessibili per le milizie Spa: costano 20mila dollari l'uno (e la produzione in serie scatenata dalla guerra in Ucraina renderà possibile persino abbassare il costo unitario), trasportano una quarantina di chili di esplosivo e, come dimostra la difesa aera di Kiev, sono tutt'altro che facili da intercettare specie se volano in formazione. Teheran sostiene, ed è assolutamente facile da credere, che la domanda abbia di gran lunga superato l'offerta.