L’appuntamento clou sarà a Borgo Egnazia, in Puglia, dal 13 al 15 giugno per quel G7 tanto atteso che vedrà i grandi del mondo, oltre ai vertici delle istituzioni europee, ospiti nel nostro Paese cui spetta la presidenza di turno del G7. Ma già ieri a Roma si sono riuniti i rappresentanti del B7, sigla che sta per “Business 7” e comprende oltre 3,5 milioni di imprese associate alle confindustrie nazionali e circa 30 milioni di aziende. Ministri, manager ed esperti del mondo produttivo si sono ritrovati ieri attorno al tavolone allestito per l’occasione a Palazzo Doria Pamphilj: al centro Elisabetta Belloni, coordinatrice del G7 nell’anno della presidenza italiana, e dal 2021 direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Dis.
In serata al B7 è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni che ha illustrato le priorità del Vertice pugliese, soffermandosi in particolare sull’impegno del nostro Paese per favorire gli investimenti, i rapporti economici e un commercio libero ed equo in un quadro di regole concordate. Meloni ha posto l’accento sulla situazione internazionale e ha ricordato come l’Italia abbia assunto la responsabilità di guidare il G7 in un momento molto complesso, a causa prima della pandemia, poi dello scoppio della guerra in Ucraina. «La crisi in Medio Oriente, gli attacchi degli Houthi contro la libertà di navigazione lungo una delle rotte commerciali più importanti, le crescenti tensioni geopolitiche in altre regioni e l’impatto di tecnologie rivoluzionarie come l’intelligenza artificiale completano lo scenario nel quale ci muoviamo. Un quadro molto complesso», ha notato la premier, «che ha rimesso al centro due cose: la questione geopolitica e delle alleanze, fondamentale sia dal punto di vista politico che economico; l’importanza dell’autonomia strategica e industriale delle nostre Nazioni». Considerazioni condivise dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani: «Oggi non si può più parlare di economia senza considerare la geopolitica», ha affermato.
Al termine, Meloni ha ricevuto dal presidente del Business7, Emma Marcegaglia, le proposte della comunità imprenditoriale sulle principali sfide dell’agenda globale. La dichiarazione finale del B7 Summit sottolinea, infatti, come occorra rafforzare il peso economico del G7 attraverso la cooperazione tra pubblico e privato. L’ha spiegato bene Marcegaglia: «Due sono le principali preoccupazioni, strettamente interconnesse: il mantenimento dei valori fondanti delle democrazie liberali e aumentare la competitività delle nostre economie di mercato».
Per gli industriali «il successo del G7 dipende dalla forza economica di tutti i suoi componenti, dalla capacità di ridurre qualunque forma di protezionismo, valorizzare i benefici del multilateralismo e far convergere le politiche industriali dei singoli Stati verso una piattaforma integrata». Pur condividendo le preoccupazioni per la sicurezza economica, l’industria chiede di mantenere i mercati aperti per stimolare il commercio e ridurre i divari di competitività, allineando al tempo stesso le politiche di controllo su esportazioni e investimenti». La collaborazione deve estendersi a partner strategici come l’Africa», osservano le “confindustrie”, «rafforzando la loro resilienza ed affrontando questioni urgenti come le dipendenze critiche, le strozzature nelle catene globali del valore, la gestione delle emergenze, i meccanismi di sicurezza e la risposta alla coercizione economica delle economie non di mercato».
Un capitolo a parte riguarda l’Intelligenza artificiale, il cui impiego può essere un’opportunità in taluni settori, ma anche un rischio. Meloni ha ricordato che nella sessione “outreach” dedicata all’IA, interverrà Papa Francesco ed è «la prima volta nella storia che un Pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei Sette». Alla fine la B7 Chair Marceglia si è dichiarata «molto orgogliosa. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è resa conto del gran lavoro che abbiamo fatto. Torniamo a casa con più idee e maggiori conoscenze. La necessità di un patto forte tra politica e imprese per più produttività, competitività e libero mercato è passata. Ora dobbiamo passare dalle parole ai fatti».