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L'obiettivo di Montezemolo: cancellare Pdl, Udc e Fli

Luca: Non accogliamo naufraghi. Ma intanto lavora per riunire Berlusconi, Pier e Fini in nuove liste civiche

Lucia Esposito
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Lo schema è esattamente quello del 1994, di Forza Italia. Vincere sì, ma sulle macerie dei vecchi partiti. Contrapporre, insomma, il nuovo all'esistente. Luca Cordero di Montezemolo ha in mente esattamente la stessa cosa in vista del 2013. È per questa ragione che, ieri, il presidente della Ferrari ha pubblicamente frenato: «Italia Futura non è interessata ad alleanze con le attuali forze politiche, nè tanto meno mettere piede in un Parlamento composto da nominati e divenuto l'emblema del totale discredito in cui versa gran parte della classe dirigente politica italiana».  Scenari La differenza con la discesa in campo di Silvio Berlusconi è che stavolta i partiti di centrodestra non sono affatto ostili. Anzi. Il top manager, infatti, è stato il convitato di pietra della riunione che il Cavaliere ha convocato ieri mattina alla Camera con i “suoi” gruppi parlamentari. «Senza l'unione dei moderati vince la sinistra», ha ammonito il Cavaliere. Una tiritera che ripete ormai da settimane. L'unione dei moderati, cioè riagganciare Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini e irregimentare il presidente della Ferrari, era il compito che aveva affidato ad Angelino Alfano. Il segretario del Pdl ha fatto passi da gigante, è riuscito a recuperare un rapporto addirittura con il presidente della Camera. Un rapporto alimentato ancora ieri sera quando i due si sono intrattenuti molto a lungo durante la cerimonia al Quirinale per il 2 giugno. Ma il Pdl non l'ha aiutato. Il “brand” è in sofferenza, il gioco dei veti lo ha fermato. Meglio, allora, passare la mano, lasciare che sia l'ex presidente della Ferrari il “federatore” del nuovo centrodestra. Il Cavaliere l'ha ripetuto ai suoi molte volte, ha voluto ribadirlo anche ieri: «Io ci sono, ma non come candidato alla presidenza del consiglio né come candidato al Colle. Non come centravanti, ma come allenatore».  Bomber Montezemolo, invece, tenta di fare il bomber. Giovedì ha incontrato Fini e quest'ultimo ancora ieri mattina Casini per discutere la strategia. L'idea di un rassemblement guidato dall'ex presidente di Confindustria, insomma, prende sempre più piede. Il problema è come arrivarci. «Ho delle pazze idee», butta lì l'ex premier ai deputati.  Ma non dice di più, «non è il momento». Possibile che il Pdl cambi nome e formula, il Cavaliere ritiri fuori la sua idea di partito-leggero e a costo zero. Ma è troppo presto per cominciare la campagna elettorale  quindi il segretario del Pdl frena. «Non c'è miglior modo per andare avanti che fare squadra e restare uniti», ha detto Alfano. La forza del partito, qualunque cosa accada, è imprescindibile: «Nessuna smobilitazione, non ammaineremo mai la nostra bandiera». La trattativa si può condurre da una posizione di forza: «Non saremo mai proni, non andiamo ad elemosinare l'8% dei voti di nessuno», dice il segretario, perché «il Pdl è e sarà sempre il principale attore dell'area moderata e tutti ci dovranno fare i conti». Nessuno può vincere a centrodestra senza il Pdl, sottolinea Alfano: «Noi non chiederemo a nessuno alleanze con il piattino in mano».  Lo stesso ragionamento, su come mettersi al passo con la politica che cambia, è cominciato dentro all'ex Terzo Polo. «Non vogliamo riciclati», aveva detto chiaro e tondo il leader di Italia Futura al leader di Fli. Per diventare una stampella credibile dell'alleanza possibile dei moderati Udc e Fli devono rimettersi insieme, creare un nuovo contenitore. E liberarsi di qualche rimasuglio della Prima Repubblica. «Non è l'ora di scelte emotive, nè di improvvisazioni», prende tempo Casini.  Italia Futura non accetta sgambetti e, anzi, respinge con nettezza ogni endorsement. «Non possiamo accettare di essere chiamati in causa da esponenti del Pdl con cui non abbiamo niente a che fare», ha scritto ieri sul suo sito l'associazione del presidente della Ferrari. E ancora: «Non imbarchiamo nessun naufrago». Ciò non significa che i “fan” in parlamento siano sgraditi, anzi. Sarebbero già quasi cento, secondo voci di Transatlantico. In qualche caso persone di valore, in altri futuri trombati che sperano in una riconferma. Leader indiscusso il senatore ed ex ministro dell'Interno Beppe Pisanu. È stato il primo a proporre al Cavaliere un «centrodestra con una leadership plurale» e ad immaginarsi il nuovo schema che sembra sul punto di realizzarsi. Molti lo considerano presidente in pectore dei senatori di Italia Futura. La linea di Montezemolo, però, è respingere tutti: meglio che i “willings” restino “coperti”, utili in caso di voti delicati come quello sulla nuova legge elettorale, ma non “organici” ad un partito che ancora non c'è. di Paolo Emilio Russo 

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