Censura comunista

Pisapia predica partecipazionema censura Libero su Twitter

Matteo Legnani

E pensare che quando sfilava con Mario Capanna e gli altri compagni negli anni '70, lo faceva al grido di "E' vietato vietare". Sono passati quarant'anni e nel frattempo, oltre che illustre penalista, Giuliano Pisapia è diventato sindaco di Milano. Quello che comanda, insomma. E cosa fa, a poco più di un anno dall'ascesa a Palazzo Marino? Sbatte la porta in faccia a LiberoMilano, vietandogli l'accesso al profilo Twitter @giulianopisapia. Un profilo sul quale Pisapia posta anche informazioni pubbliche, del tipo: "Partiti i lavori per la linea 4 della metropolitana" o "Bilancio, più investimenti su sicurezza e polizia locale". Ebbene da qualche giorno, queste infomazioni sono inaccessibili per LiberoMilano, almeno sul profilo Twitter del sindaco. In pratica, è come se Pisapia organizzasse una conferenza stampa e poi dicesse al cronista del nostro giornale: "Lei stia fuori, qui non può entrare". Bell'esempio di apertura, uguaglianza e partecipazione, per uno come lui che fa di queste cose una bandiera. Ma che si potrebbe più semplicemente definire come "censura". Allora, noi lanciamo un invito ai lettori del nostro quotidiano: scrivete al sindaco, per dirgli che così non si fa.