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Da Passera alla Fornero: ecco i nomi dei possibili "tecnici" candidati alle elezioni

Monti pensa a un premierato-bis ma potrebbe avere dei rivali interni: dal ministro dello Sviluppo a quella del Lavoro (si lavora per una sua lista), dal centrista Riccardi a Barca che piace tanto a Bersani

Giulio Bucchi
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Monti premier dopo il 2013? L'ipotesi è sul tappeto da mesi, ma l'attuale presidente del Consiglio potrebbe non avere come rivali soltanto i politici. Anzi, l'idea sempre più condivisa dai partiti in quest'Italia tecnica è quella di giocarsi una carta a sorpresa. Quella tecnica, naturalmente. Fatto strano, visto che l'eterogenea maggioranza Pdl-Udc-Fli-Pd di fatto sostiene l'esecutivo dei professori non mancando mai un distinguo, una stilettata, una critica. Insieme per forza, si direbbe, e poi via libera. E invece no, come se le segreterie non riuscissero più a fare a meno di un sobrio, un po' grigio (e magari frignone) portabandiera tecnico. Tutti i candidati - Il primo nome speso fu, qualche mese fa (periodo liberalizzazioni) quello del ministro dello Sviluppo Corrado Passera. Piaceva a tutti, a cominciare da Silvio Berlusconi. Pareva lui l'astro nascente, l'uomo (nuovo?) buono per tutte le stagioni, le casacche, gli schieramenti. Per lui il Pdl era pronto a creare un nuovo progetto di centrodestra, imbarcando di nuovo l'Udc. Poi le liberalizzazioni hanno partorito un topolino e la stella di Passera (sempre più silente) s'è un po' appannata. Nulla di grave: con un po' di convinzione può essere protagonista in campagna elettorale contando sul suo ruolo pesante nel governo. E poi c'è Andrea Riccardi, il ministro della Famiglia più centrista di tutti. Cattolico, piace tanto agli ex democristiani ma potrebbe non avere i requisiti giusti, specie per certe prese di posizione avventurose sull'immigrazione che farebbero storcere il naso a molti elettori delle classi mediobasse preoccupati da crisi e mancanza di lavoro. Un problema per i partiti di centrodestra, ma pure a sinistra. Sinistra e Bersani che invece stanno pensando sempre più al ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca, tecnico "d'area" (suo padre Luciano fu partigiano, deputato del Partito Comunista, direttore dell'Unità) ed economista con esperienze europee all'Ocse e in Commissione Ue. Nome solido, non troppo alla ribalta, ma forse poco trascinante. Il vero jolly, però, sarebbe il ministro del Welfare Elsa Fornero. Ha scontentato tutti: sindacati, Confindustria, destra, sinistra. Tra pensioni, esodati e lavoro, ha fatto soprattutto piangere migliaia di italiani. Eppure nei Palazzi romani in molti sussurrano di una possibile lista elettorale con il nome di Elsa. 

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