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Silvio spiazza tutti:"Io adoro Napolitano"

Matteo Legnani
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Napolitano? "E' un impeccabile servitore della Repubblica". E "con lui ho un rapporto consolidato e leale". Parole non, come si potrebbe pensare, di Pierluigi Bersani o di qualche altro leader del Pd. Ma parola di Silvio Berlusconi in un'intervista in uscita domani su Il Foglio. Sul quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, l'ex presidente cel Consiglio interviene nella polemica sollevata dalle rivelazioni di Panorama sulle telefonate tra il Capo dello Stato e Nicola Mancino in tema di trattativa Stato-Mafia. E lo fa ricordando un episodio di 18 anni, rialente al suo primo discorso in Parlamento da capo del governo: "Al mio primo discorso parlamentare da premier, nel 1994, la sua replica di capogruppo alla Camera fu tanto civile, in mezzo a quelle simulazioni di guerra che caratterizzavano la faziosità della sinistra, che mi alzai dal banco del governo e lo raggiunsi in aula per una stretta di mano. Considero il capo dello stato un impeccabile servitore della Repubblica. Ed è per questo, aggiungo, che in questi mesi tormentati il Quirinale è stato oggetto di attenzioni speciali e tentativi di condizionamento impropri, e brutali,  ai quali sono completamente estraneo, dei quali sono un avversario deciso". Il Cavaliere prosegue dicendo che gli viene "un po' da ridere" a pensare alle critiche subite da Panorama: "Mondadori è un grande editore, Panorama è il primo newsmagazine italiano, è tutta gente che fa il suo mestiere. Il bue che avvilisce sistematicamente l'informazione a strumento di una malagiustizia e di una malapolitica dà del cornuto all'asino. La giusta decisione di sollevare conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale non riguarda il settimanale mondadoriano, ma i comportamenti di una procura della Repubblica e i suoi portavoce a mezzo stampa, che oltre tutto per evidenti ragioni di piccola politica adesso litigano tra loro. Berlusconi, poi, parla anche del caso Di Pietro-consolato americano a Milano: “La democrazia dei processi politicamente e faziosamente orientati è il principale ostacolo, e da molti anni, al libero dispiegarsi di una democrazia civile, fattiva, capace di affrontare i veri problemi della Repubblica" dice. "Senza una radicale riforma della giustizia l'Italia non si salva, questo lo sanno bene sia gli americani sia gli italiani nella loro assoluta maggioranza. Quanto alle piccole trame consolari di un magistrato voglioso di riconoscimento politico, niente mi può sorprendere”.

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