Regionopoli

Regioni, il governo le mette in riga: "Un ddl per limitare i loro poteri"

Giulio Bucchi

  Su una cosa, almeno, le Regioni sono tutte d'accordo: bisogna tagliare gli sprechi. Come e di quanto, ancora non si sa. Occorrerà attendere questa sera, quando la Conferenza dei presidenti presenterà il proprio piano anti-Casta prima al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, alle 18.15, quindi al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, causa assenza del premier Mario Monti. L'annuncio è arrivato da Vasco Errani, governatore dell'Emilia Romagna: "La Conferenza dei presidenti, all’unanimità, ha preso la decisione di avanzare una proposta al governo. Si tratta di una iniziativa importante, ma proprio per questo vogliamo rispettare il percorso istituzionale". Iniziativa importante e scontata, visto che si esce da una bufera, quella che ha portato alle dimissioni della governatrice del Lazio Renata Polverini, e si rischia di finire in un'altra ancora più grande, visto che lo scandalo sui rimborsi gonfiati ai partiti e ai consigli regionali potrebbe diventare affare nazionale: Sicilia e Campania sono già sotto indagine. "Pian piano tutte le Regioni si stanno muovendo. Abbiamo fatto scuola", ha commentato con un pizzico di amara ironia l'ex governatrice del Lazio Renata Polverini, che aveva portato avanti tagli per 5 miliardi di euro.  Le contromosse del governo - Per precauzione, anche il governo si muove con misure anti-sprechi pensate ad hoc. L'esecutivo starebbe pensando, secondo quanto dichiarato dal ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, a un disegno di legge costituzionale per limitare alcune competenze attribuite alle Regioni. "Non so che tempi abbiamo per una riforma della Costituzione e soprattutto per il livello di complessità - ha spiegato il ministro -. Sicuramente nel governo c'è la consapevolezza che alcune parti del Titolo V della Costituzione vadano riviste, soprattutto in materie come energia, infrastrutture e turismo". Il buon esempio di Nichi - Intanto il governatore della Puglia Nichi Vendola ha deciso di muoversi autonomamente, annunciando in una lettera al al presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, il proprio "atto di responsabilità": un taglio di 50mila euro all'anno al suo emolumento. "Siamo ad un passaggio davvero drammatico della vita democratica del Paese - scrive Vendola - mentre la crisi e il disagio sociale bussano alle porte di milioni di famiglie e rendono incerto il futuro delle giovani generazioni, il moltiplicarsi degli scandali legati all’uso distorto del denaro pubblico genera rabbia e sgomento. Non è sufficiente dire: noi in Puglia non abbiamo trasformato il Consiglio regionale in un luna-park di sperperi e di ruberie". Bravo Nichi: d'altronde rinunciare a 4.000 euro al mese rispetto ai 15mila netti che percepisce (e che lo rendono il governatore più pagato in Italia) è sacrificio sopportabile.