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Hanno messo la Sicilia in ginocchioE adesso si ricandidano tutti

Sono 76 su 90 i consiglieri regionali uscenti che si ripresentano alle elezioni di fine mese. Alla faccia di scandali, condanne e conti in rosso

Matteo Legnani
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  Cambiare tutto per non cambiare nulla. Potrebbe essere questo lo slogan delle elezioni regionali che si terranno a fine mese in Sicilia. Già, perchè dei 90 consiglieri (pardon, deputati) regionali che sotto il regno di Raffaele Lombardo hanno trascinato l'isola sull'orlo del default, ben 76 si ripresentano per un nuovo mandato. Certo, i candidati sono in tutto un esercito di 1.629 distribuiti in 19 liste. Ma c'è da scommettere che il grosso dei 90 che siederanno nella prossima edizione dell'Assemblea regionale siciliana sarà composto proprio dagli uscenti, non fosse per la maggior capacità di spesa di cui godono in campagna elettorale (è lo stesso sistema delle leggi in vigore a favorire gli uscenti, spalancando loro la porta per un veloce rientro, grazie alla possibilità di destinare alla campagna elettorale i fondi regionali). Grande Sud di Gianfranco Micciché non ha lasciato fuori neppure Franco Mineo, recidivo nonostante sia accusato di relazioni pericolose con i boss mafiosi dell'Acquasanta. Roberto Corona e Fabio Mancuso (entrambi Pdl) e Riccardo Minardo (Grande Sud) sono tutti finiti in carcere nel corso dell'ultima legislatura.  E, come scrive "Il fatto quotidiano", anche molti tra i "nuovi" in realtà sono vecchie conoscenze della politica siciliana dal passato non proprio trasparente. Giuseppe Drago fu presidente della Regione siciliana negli anni '90 e concluse il suo mandato con una condanna a tre anni per peculato. "L'impegno che continua" è lo slogan di Marco Forzese dell'Udc, che da assessore a catania era stato condannato dalla Corte dei conti a restituire 5mila euro al Comune. Giuseppe Buzzanca, già sindaco Pdl di Messina, ha sul groppone una condanna a 6 anni per peculato. E il sindaco di Alcamo Giacomo Scala (Pd) ha alle spalle 4 anni di sorveglianza speciale perchè gravemente indiziato per mafia. Poi c'è il caso di Mario Briguglio, sindaco di Scaletta Zanglea: merita una citazione perchè nel suo Comune ci furono 37 morti in seguito a un'alluvione e lui, che per quell'evento è indagato per disastro e omicidio colposo plurimo, si presenta con il surreale slogan "Prima la sicurezza del tuo territorio".  

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