Consiglio dei ministri

Oggi il taglio agli enti locali Ma sarà la solita pagliacciata

Eliana Giusto

Una sforbiciata alle spese folli degli enti locali è all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi. Dopo il caso Fiorito il governo corre ai ripari con un decreto ad hoc che prevede un ridimensionamento dei consigli regionali e del numero di assessori regionali e comunali, un tetto massimo per gli stipendi dei consiglieri, una forte riduzione dei rimborsi. La riduzione di consiglieri e assessori - Una razionalizzazione dei Consigli era già previsto nel decreto Monti del 2011 ma non è mai stato attuato. Ora il governo ribadisce il taglio al numero di consiglieri regionali (da venti a ottanta consiglieri a seconda degli abitanti della Regione) - e forse anche comunali - e  degli assessori regionali e comunali (massimo 12 per i Comuni oltre un milione di abitanti fino a nessun assessore per quelli sotto i mille abitanti). Una ipotesi allo studio è vietare poi i gruppi politici regionali composti da una sola persona, i cosiddetti monogruppi che fanno lievitare le spese. L'idea è quella di abolire i gruppi autonomi con meno di tre eletti. Gli stipendi dei politici locali - Via anche ai nuovi parametri per gli stipendi dei politici locali. I consiglieri regionali non potranno percepire più dell'85% dello stipendio dei parlamentari nazionali. In sostanza deve diventare standard la formula già adottata dalla Regione Toscana dove il presidente guadagna 6.000 euro e i consiglieri 4.800. Spariscono diarie e rimborsi. In questa ottica le spese per "l'attività politico-istituzionale" saranno uniformate e ridotte: ai gruppi politici regionali sarà riconosciuta solo una spesa di 20 centesimi per abitante, la metà di quanto viene dato oggi.  Operazione trasparenza - Nel decreto è poi previsto l'obbligo di pubblicazione su Internet dei redditi e dei dati patrimoniali degli eletti. Il controllo sulle spese degli enti locali verrà affidato direttamente alla Corte dei Conti.  Gli stipendi dei parlamentari - Queste sono le buone intenzioni del governo ma bisogna vedere se poi diventeranno leggi e soprattutto leggi applicate. Perché il taglio dei parlamentari e dei loro stipendi è rimasto solo sulla carta. L'idea era quella di adeguare i loro emolumenti a quelli europei. Ma così non è. Un deputato alla Camera percepisce 10.435 euro lordi al mese, una diaria mensile di 3.503 euro, un rimborso spese di 3.690 e un rimborso per le spese telefoniche annuale di 3.098 euro. Simile la busta paga di un senatore che prende 10.385 euro lordi al mese, una diaria mensile per soggiorno a Roma di 3.500 euro e un rimborso spese mensile di 3.690 euro.