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Renzi è pronto a lasciare il Pd

Matteo Renzi

Andrea Tempestini
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  Nel Partito Democratico la tensione è alle stelle. La mattinata di giovedì 4 ottobre è stata scandita dai contatti tra gli ambasciatori di Matteo Renzi e di Pierluigi Bersani. Lo staff del rottamatore sta sondando il terreno: ha telefonato ad alcuni esponenti del Pd per capire quali siano i margini di trattativa rispetto al regolamento delle primarie filtrato mercoledì. Un regolamento che pare tagliato su misura per ostacolare il primo cittadino di Firenze: doppio turno, la necessità di un certificato elettorale, l'adesione a una lista (pubblica) di sostenitori di centrosinitra creata ad hoc per allontanare moderati e possibili elettori di centrodestra. Intervistato da L'Unità, Renzi ha sbottato: "Quello del Pd è un clamoroso autogol. In tutto il mondo la sinistra si apre, qui invece si fa di tutto per diminuire i votanti. E' inaccettabile. Sono cose mai viste. Spero che Bersani intervenga: non aveva detto che voleva delle primarie vere?". Pronto a lasciare il partito - Così Renzi, furioso, prova a intavolare una trattativa. Ma i fedelissimi del rottamatore spiegano che dai nomi più pesanti della nomenklatura di Via del Nazareno è uscita una "fortissima determinazione" a non modificare l'impianto di regole per le primarie, frutto di una mediazione tra le varie componenti del Pd (una mediazione che, evidentemente, ha tagliato fuori Renzi). I democrat e i bersaniani, in particolare, non transigono sull'albo degli elettori. Trattabile - forse - la questione di riaprire la platea dei votanti per il ballottaggio (ad oggi potrebbere votare soltanto chi ha espresso al sua preferenza al primo turno). Ma le resistenze nel Pd restano fortissime. E così comincia a circolare la voce di una possibile - e clamorosa - rottura di Renzi, che nel caso in cui non ottenesse nulla potrebbe anche essere disposto a stracciare la tessera del partito. Chi ha parlato con il rottamatore giovedì mattina ha riferito che "è tesissimo". Il sindaco avrebbe già minacciato di uscire dal partito e di voler correre da autonomo, oppure di voler portare la gente ai gazebo senza il certificato e senza aver sottoscritto il Manifesto politico di sostegno al centrosinistra. Giovedì sera il camper di Renzi si fermerà a Prato, vicino alla sua Firenze. Si attendono fuochi d'artificio e lui via Twitter annuncia: "Diremo no a chi vuol fare i giochini sulle regole. Diremo sì alla bella politica" La controffensiva dei bersaniani - Il sindaco di Firenze, oltre a pensare ad una rottura clamorosa che avrebbe effetti devastanti per il Pd, è però impegnato a cercare un'ultima possibilità di dialogo. Nel frattempo, Renzi alimenta la polemica sulla "discriminazione politica nei miei confronti". E proprio per spuntare l'arma del "vittimismo" che Renzi può (giustamente) brandire, tra i fedeli di Bersani ci sarebbe l'intenzione di far partire una contro-campagna sulle nuove regole delle primarie che smonti la tesi del complotto indicata dal primo cittadino di Firenze. Uno dei dirigenti del Pd che ha messo a punto il regolamento ha commentato: "Non c'è nulla di draconiano in quel testo". Domani, venerdì 5 ottobre, alle 11 si terrà la riunione della commissione Statuto del Pd, che avrà l'obiettivo di preparare l'assemblea di sabato. Nessun renziano, però, fa parte dell'organismo: difficile che il sindaco possa ottenere qualcosa. Nel Pd potrebbe succedere di tutto. E a breve.  

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