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La Regione del dopo-Lombardo?E' farcita di indagati

Altro che "liste pulite". Tra gli aspiranti consiglieri ben tredici sono sotto inchiesta o condannati

Matteo Legnani
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Si vota il 28, ma la Sicilia ha sbagliato candeggio. Vero è che per ossequiarsi alle auspicate «liste pulite» ci vorrebbe la varechina e la spazzola di ferro: solo nell'ultima legislatura sono stati arrestati in sei e sono stati indagati in venti.  Su novanta. Gente sparita dalle liste? Ma neppure per idea. Non c'è questione morale che non sia subordinata al pacchetto di voti garantito dal candidato, senza contare che orientarsi nel dedalo siciliano richiede pazienza da enigmisti e conoscenza da feticisti. Lo stesso Gianfranco Fini, che a Ballarò battibeccava col direttore di Panorama Giorgio Mulè, martedì sera mostrava di non conoscere neppure il nome del deputato regionale Mario Bonomo, che pure è candidato nelle sue liste nonostante sia indagato per concussione dalla procura di Palermo. Leggi l'articolo integrale di Filippo Facci su Libero in edicola oggi 5 ottobre

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