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Maroni ha fatto bene ad ascoltare il suo popolo

Paragone: "Doveva prendere una decisione radicale davanti a questo scandalo"

Eliana Giusto
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di Gianluigi Paragone "Lo dicevamo l'altro giorno: quella del Pirellone è una partita di pura tattica. Lo dicevamo gettando la croce addosso alla Lega maroniana, indecisa sul da farsi; lo diciamo ora rispetto a Formigoni, il quale sembra essere orientato ad anticipare le lancette alla fine di quest'anno. Proviamo a mettere a fuoco la questione. Che la quarta legislatura formigoniana sia sfibrata è fuor di dubbio. Del resto lo era già in partenza: l'ennesima ricandidatura alla guida del Pirellone nel 2010 fu, per il Celeste, il riparo più sicuro dopo aver capito che a Roma nessuna porta importante si sarebbe aperta. Non la presidenza del Senato, non il ministero degli Esteri né altro incarico che potesse permettergli di giocare un ruolo di spicco nella politica nazionale. Da qui la quarta ricandidatura: meglio primo in Gallia che secondo o addirittura terzo a Roma. Tanto più che in questi anni Milano significa anche Expo". Gianluigi Paragone su Libero in edicola oggi spiega che in questo contesto in cui la Lombardia è stata travolta dallo scandalo 'ndrangheta la Lega di Maroni è stata costretta a prendere una decisione radicale. Ed è bastata "una nuova frase del segretario della Lega Lombarda sulla scadenza comunque anticipata per rimescolare le carte e suscitare quel moto di arroganza da parte di Formigoni. Il quale con una mossa regala alla Lega elezioni anticipate e al suo partito una patata bollente.Con la differenza che mentre il Carroccio sta mutando profondamente pelle, il Pdl no". In questo scenario, continua Paragone, Formigoni si gioca le sue carte per provare a restare il "playmaker del PdL".  Leggi il commento integrale di Gianluigi Paragone su Libero, in edicola oggi martedì 16 ottobre

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