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Soldi alle Cayman e banche: ora Bersani e Renzi si sputtanano a vicenda

Volano gli stracci in casa Pd. Il segretario: "Non accetto consigli da chi ha base alle Cayman". Il rottamatore: "Allora parliamo di banche e finanza..."

Giulio Bucchi
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Cayman, paradisi fiscali, banche, finanza e trasparenza: tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi volano gli stracci e il rischio, per il Partito democratico, è che chi vinca le imminenti primarie si ritrovi candidato premier di un partito distrutto, diviso in fazioni e percorso da rivalità e odi nemmeno sotterranei. Dopo la guerra sulla candidatura di Massimo D'Alema, venerdì è stata la giornata della nuova stoccata del segretario. "Credo che qualcuno che ha base alle Cayman non potrebbe permettersi di parlare e di darci consigli", ha detto da Ginevra Bersani. Il riferimento è alla cena di autofinanziamento organizzata a Milano per il suo rivale Renzi dalla fondazione Metropolitan di Davide Serra, controllata da una holding con sede al celebre paradiso fiscale caraibico. Renzi aveva già detto che i soldi raccolta in quell'occasione saranno annotati online, donazione per donazione. Li definirebbe banditi? E' stato chiesto a Bersani: "Banditi fra virgolette - ha spiegato il segretario Pd -, è una finanza che non risponde a criteri di trasparenza e che ha avuto in tutti questi anni un po' troppa mano libera". Il parziale ammorbidimento ("Non lo dico per Renzi, ma in generale") non serve a pacare il clima. Anzi, la replica di Renzi arriva via Twitter ed è destinata ad amplificarsi: "Caro Bersani, su banche finanza e trasparenza accetti un confronto pubblico? Non importa andare alle Cayman: ok una casa del popolo. Ti va?". E chi associa a Partito democratico, sinistra e banche la vicenda Unicredit, Fassino, Consorte e quel mefistofelico "abbiamo una banca" penserà pure male ma sicuramente centra in pieno il Renzi-pensiero.  Le primarie e le regole - La controreplica di Bersani arriva sempre, rigorosamente, via Twitter: "Non ho difficoltà a discutere di tutto, non ci siamo solo noi e faremo il confronto secondo le regole che diranno i garanti". Ecco, le primarie più roventi della storia, ancora breve, del Pd passeranno tutte da due parole: rottamazione e regole. Su queste ultime, Bersani chiarisce: "Abbiamo i garanti, le regole, i tetti e le esigenze di trasparenza saranno rispettate". E sul rinnovamento, ci sarà e non perché lo ha chiesto Renzi. "Ho sempre detto come una giaculatoria che la ruota girerà, che il rinnovamento si farà tutti assieme nel rispetto di tutti e senza mettere sull'asfalto nessuno". Cosa si intenda per lasciare sull'asfalto qualcuno dei caporioni democratici, in realtà, è poco chiaro. Detta così, sembra quasi che non ricandidare al Parlamento gente con trent'anni d'esperienza nei Palazzi e vitalizi già acquisiti sia un gesto disumano. In ogni caso, "spero che la rottamazione venga rottamata". "Faremo un rinnovamento serio su cui sono tutti impegnati", ha assicurato Bersani. "Non è che D'Alema o Veltroni scompariranno dalla vita politica - ha sottolineato - credo che Veltroni potrà dare un grandissimo contributo sul tema della legalità. Quanto a D'Alema, dirige la fondazione dei progressisti europei". Detto questo, ha aggiunto, "abbiamo tante forze nuove da mettere in campo che daranno un contributo di freschezza. Ci saranno calate nuove ma senza buttare via niente delle nostre risorse".  

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