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Primarie Pd, Bersani e Renzi: la cronaca del confronto televisivo

Bersani e Renzi durante il confronto

Non una parola sulla "querelle" dei numeri. I contenuti: segretario peggio di Monti, vuole "tracciabilità fiscale di tutto". Matteo contro Equitalia, poi sfotte Pier: "Per prendere il tuo posto devo usare tutte quelle metafore". L'uomo di Bettola fa sentire "profumo di patrimoniale". Il rottamatore chiama i Vendola-boys e chiude a Casini

Andrea Tempestini
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Era la serata del confronto su Rai1 tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi, i due candidati del Partito Democratico al ballottaggio di domenica. A intervistarli Monica Maggioni. Per il sindaco rottamatore look sbarazzino: camicia bianca, ma niente giacca. Più calssico e lugubre, con la solita cravatta rossa, il segretario Bersani. La coppia ha "duellato" per un'ora e quarantacinque minuti, concluse con un appello finale. Renzi, in pieno stile-rottamatore, ha dichiarato: "Se domenica volete provare a cambiare le cose, andate a votare per me". Quindi l'appello di Bersani, che dopo un preambolo "pro-operaista", spiega: "Ci vuole il cambiamento. Io ci ho sempre provato a cambiare le cose. E il nuovo, secondo me, è mettersi all'altezza della vita comune e dei cittadini, mettendoci verità e solidarietà".  Poche scintille - Insomma, tante belle parole da parte dei due candidati. E poche, pochissime scintille. L'ambiente si scalda un po' soltanto quando Renzi sfotte Bersani per lo (stra) abuso di metafore; poi un confronto vivace su Equitalia. E basta. Nemmeno una parola sul conteggio dei voti al primo turno delle primarie, il tema che ha tenuto banco per tutta la settimana. Strano, considerata l'effervescenza degli ultimi giorni, tanto da far serpeggiare il sospetto che ci fosse un tacito accordo: "Non ne parliamo", questo il sottointeso. Per inciso, non è stata spesa nemmeno una parola sul discusso sistema di voto e sulla chiacchieratissima "autocertificazione" (o "giustificazione", fate voi) per chi non ha votato al primo turno. Ma tant'è. I due candidati del Pd hanno "finto la bagarre", lasciando scivolare via un confronto comunque interessante di cui, qui di seguito, vi proponiamo la cronaca, tema per tema. Il verdetto? Renzi stravince: più brillante e più convincente, snocciola un'agenda decisamente più appetibile di quella tinta di rosso sventolata da Bersani. Il punto è proprio questo:  è probabile che abbiano capito che insieme possono vincere e che quindi, nonostante quello che sostiene Renzi ("Non farò mai il vice di Bersani) Bersani potrebbe offrire la poltrona di vicepremier al rottamatore. Molti nel Pd sognano che, in caso di sconfitta Matteo accetti il ticket con Bersani peer vincere le elezioni anche perché, al primo turno delle primarie Renzi ha ottenuto anche i voti dei grillini e dei malcontenti del Pdl.  Contro la privacy - Dopo un inizio "spot" sull'economia con promesse vane e ritornelli già sentiti (Renzi si spinge a promettere "100 euro ad italiano") ecco il primo "endorsment" di Bersani: a favore della soppressione della privacy (strada già intrapresa dal governo tecnico). Secondo il segretario del Pd, infatti è necessaria una "Maastricht dell'infedeltà fiscale". Per il leader democratico "si vede a occhio, in Europa gira meno contanti". La soluzione: "Tracciabilità fiscale di tutto", come se quello che ha fatto Mario Monti fino ad oggi (la soprressione della privacy) ancora non bastasse. Bersani propone poi un "giro di solidarietà fiscale: chi ha di più rinuncia per chi ha di meno" (un annuncio mascherato di patrimoniale, tanto cara a Nichi Vendola?). Lo sdoppio / 1 - Bersani "abusa" di metafore, Renzi lo sfotte Lo sdoppio / 2 - Bersani alle corde spara l'ultima cartuccia: "Matteo, tu sei come Berlusconi" Lo sdoppio / 3 - A Bersani gli scappa ancora il "parroco" E Renzi lo sfotte: "Dopo Papa Giovanni..." Scontro su Equitalia - Il rottamatore Renzi poi passa all'attacco. Bersani lo apostrofa: "Guarda che non l'abbiamo mica inventata noi Equitalia. Nonostante quello che dice Matteo stiamo cercando di migliorarla" (che, però, è stata creata mentre Bersani era ministro). E il sindaco, tranchant: "Sei stato al governo (probabilmente intendeva Parlamento, ndr) più di 2mila giorni e non hai fatto niente". Una bordata bella e buona. E ancora: "Bisogna avere il coraggio di dire che gli strumenti non sono stati all'altezza. Equitalia è un modello forte con i debili, ma i soldi non li prendiamo. Ce la siamo presa col piccolo ma non siamo andati a prendere i grossi". Quindi il segretario risponde alle critiche di Renzi sull'accordo viscale con la Svizzera (e lo fa con il solito proverbio): "Capisco che c'è chi vuole un passerotto in mano piuttosto che un tacchino sul tetto, ma se le cose restano così è un condono. Se non cambia è un condono). Pronta la controreplica, sferzante, di Renzi: "Ho capito che per fare il segretario bisogna usare metafore".   Leggi l'approfondimento: la pagliacciata della "giustificazione" necessaria per votare al secondo turno   Renzi chiama i vendoliani / Le alleanza - Uno degli snodi cruciali del confronto è stato l'appello indiretto di Renzi agli elettori di Nichi Vendola: "Credo che non dovremmo fare l'accordo con Pier Ferdinando Casini. Vendola chiede a Bersani qualcosa che profuma di sinistra - ha ricordato - questa ipotesi profuma molto di inciucio. Abbiamo già dato. Casini è rispettabilissimo", ha assicurato, ma non si può dire "facciamo un'alleanza con i moderati perchè Casini vada in franchising a prenderci i voti dei moderati". Da par suo, Bersani rilancia difendendo l'alleanza con Vendola e spiega: "Abbiamo il diritto di lavorare anche con chi ha avuto una posizione diversa su Monti rispettando la nostra. Alcuni l'hanno rispettata, altri no". Quindi la bislacca teoria del segretario: "Sel è una forza nettamente europeista, favorevole agli Stati Uniti d'Europa. Abbiamo fatto un patto stringente che prevede una cessione di sovranità". Bersani, inoltre, specifica di essere pronto a stringere "accordi con movimenti moderati di centro". Riforma elettorale - Sulla legge elettorale, Matteo Renzi spiega che "per me la legge dei sindaci garantisce la governabilità. E ritengo anche che quello del sindaco d'Italia sia il modello istituzionale del domani. Spero che non facciano una legge elettorale peggiore del Porcellum. Altrimenti meglio che questo tema sia rimandato alla prossima legislatura". Di parere differente il segretario, che apre anche in questo caso ai moderati: "Io sono per il doppio turno di collegi. Ci fosse quella legge le alleanze le fanno i cittadini, si vedono al secondo turno. Adesso, senza sapere come sarà la legge elettorale, io sto organizzando il campo dei progressisti, abbiamo stretto un patto con Sel e i socialisti e credo che dobbiamo rivolgerci in modo aperto a posizioni di centro, moderate e europeiste che rifiutino revival berlusconiani e populisti, anche di destra e di estrema destra. Sarà un alleanza? Non lo so, credo che valga la pena indagare se è possibile un'intesa". Tagli alla Casta - Il sindaco Renzi si dice "per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Solo una classe poltica che taglia se stessa - aggiunge - è capace di tagliare gli altri. La legge sull'anticorruzione è un primo passo, ma mancano ancora molte cose". Quindi Bersani, sulla difensiva: "Siamo riusciti a far passare l'abolizione dei vitalizi per i parlamentari e il dimezzamento del finanziamento pubblico ai partiti. Che cosa possiamo fare di più? Sono per fare una legge sui partiti, sono per rafforzare la legge anticorruzione. Quanto a vitalizi e pensioni, bisogna studiare un tetto ai cumuli". Quindi la controreplica di Renzi: "Bisogna abolire del tutto il finanziamento pubblico. Io sono per la restituzione dei vitalizi Bisogna mettere online tutti i soldi che ricevono i partiti e le spese effettuati. Al Comune di Firenze l'abbiamo fatto". Pensioni e Fornero - Botta e risposta tra Renzi e Bersani anche sulla riforma delle pensioni. Il sindaco di Firenze l'ha difesa, il segretario del Pd ha chiarito che non mollerà sulla questione esodati. "Sarebbe facile dire sì torneremo indietro, si andrà in pensione prima. Io dico di no. Dobbiamo pagare un tributo alla serietà", ha spiegato il rottamatore. Vivendo più a lungo è naturale andare in pensione un pò più tardi. Qualcosa va rimesso a posto, non solo sugli esodati, ma non puoi pensare di metterla in discussione. Non si arrabbia solo l'Europa, ma le nuove generazioni". Per Bersani, al contrario, "avremmo  dovuto immaginare un sistema di uscita flessibile in un range anche alto, anche ai 70 anni".   Coppie gay - Sul tema dei diritti civili e sulle coppie omosessuali, Renzi promette "nei primi 100 giorni la civil parntership, che consente a persone dello stesso sesso eguali diritti e le cose negate fino ad oggi. Nel passato - ha aggiunto - abbiamo perduto un'occasione: siamo l'unico paese al mondo che non ha una legge sull'omofobia e una che regoli i diritti civili. Dobbiamo farci carico delle ragioni delle famiglie di chi ha figli omogenitoriali". Bersani risopnde laconico: "Unioni civili secondo la legge tedesca, che Casini sia d'accordo o meno, così ci capiamo". Anche Bersani promette una legge contro l'omofobia.  Conflitto d'interessi - Renzi, spesso criticato (a sinistra) per il suo essere troppo "berlusconiano", attacca poi sul conflitto di interessi: "Il problema è che noi in questi anni non abbiamo fatto una legge sul conflitto di interessi quando eravamo al governo, e ci siamo stati due volte. Questa - ha tuonato - è la dimostrazione che abbiamo fallito. Nei primi 100 giorni di governo si fa la legge sul conflitto d'interessi". Parziale "ammissione di colpa" da parte di Bersani: "Non aver fatto una Antitrust nel settore della comunicazione è stato gravissimo. Altrimenti non figuro io in una azienda, ma ci metto mia fratello". Renzi all'attacco sulla scuola - Sul tema "scuola", da parte del rottamatore altre bordate alla sinistra. Per Renzi la scuola "è stata considerata a parole una priorità ma è stata trattata in realtà come l'ultima ruota del carro in questi ultimi 20 anni". E ancora: "Oggi la dignità sociale del maestro è stata tolta e l'abbiamo tolta anche noi con riforme che non hanno premiato il merito. La riforma Berlinguer di sinistra aveva solo il nome". Bersani, irritato, ha spiegato: "Io sono per dire che se 16mila giovani non vanno all'università c'è un problema e chi vuol studiare e non può è una ferita alla dignità umana. Miracoli non ne prometto ma mi impegno". Quindi ha aggiunto: "La prossima legislatura deve essere costituente dal punto di vista della scuola senza interventi scomposti, senza dare schiaffoni ogni sei mesi. Bisogna mettere il sistema in tranquillità e sicurezza perché la scuola è l'ultima cosa che si può tagliare".Battaglia sulla politica estera - Tra i due leader posizioni distanti anche in poltica estera. Si discute del seggio all'Onu per l'Anp palestinese. Favorevole Bersani, contrario Renzi. "Domani all'Onu si vota sulla richiesta di Abu Mazen - ha detto Bersani - vedo che nel governo italiano c'è qualche titubanza. Noi dobbiamo votare sì, altrimenti avrà sempre ragione Hamas, non possiamo isolare Abu Mazen". Renzi invece ha ricordato come Usa e Gran Bretagna siano contrarie: "Il voto di domani all'Onu poi, nasce da una serie di contraddizioni interne ai palestinesi".

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