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Renzi compra pagine di giornale e manda mailIl Pd lo attacca: inquina il voto

I bersaniani accusano il sindaco di

Lucia Esposito
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  Volano gli stracci nel Pd. Il giorno dopo il confronto televisivo siamo al "tutti contro tutti". O meglio al tutti contro Matteo Renzi. Il comitato del sindaco è accusato di aver comprato  una pagina del Corriere della Sera per invitare gli elettori a registrarsi in vista del ballottaggio. Non c'è il suo nome e neanche un invito a votare lui invece che il segretario, tuttavia la reazione degli altri quattro candidati è stata immediata: Pierluigi Bersani, Bruno Tabacci, Laura Puppato e Nichi Vendola hanno presentato un esposto ai garanti delle primarie contro Matteo Renzi.  I quattro all'attacco I quattro dei "Fantastici 5" accusano il sindaco di aver violato il codice di comportamento  "dei candidati e dei principi regolamentari" per le pubblicità a pagamento. I quattro chiedono ai garanti  di prendere "ogni misura necessaria".  La violazione del Codice di comportamento sta anche nel fatto, spiega ancora l'esposto, che l'articolo 3 comma 2  parla di "campagna elettorale con lealtà nei confronti degli altri  candidati”, mentre l'articolo 4 comma 2 prevede che "è fatto  divieto ai candidati e ai loro sostenitori di ricorrere a qualsiasi  forma di pubblicità a pagamento". Poi, "è evidente che il costo di  tale operazione molto probabilmente supera da solo l'intero importo   previsto e concesso per le spese di propaganda elettorale".  Per i firmatari dell'esposto, infatti,  "tale comportamento, assai   discutibile sul piano generale, reca indubbiamente un danno all'immagine e alla correttezza dello svolgimento delle primarie nella  delicata e decisiva fase del turno di ballottaggio e rischia di  compromettere l'eccezionale prova di partecipazione del 25 novembre. Rappresenta,  in ogni caso, una  trasgressione politica e morale dell'impegno a rispettare le norme  richiamate sottoscritte da Matteo Renzi all'atto della presentazione   della propria candidatura". La paura fa 90 L'esposto non è stato preso bene nè da Matteo Renzi nè dal suo staff. Gli uomini più vicini al givane sindaco di Firenze hanno protestato contro il ricorso degli altri candidati e hanno insinuato che la mossa sia stata dettata, in casa Bersani, dal timore della sconfitta. "La paura fa 90. E' stato un crescere momento per momento di complessità e artificiosità del modo in cui registrarsi al voto", ha dichiarato Lino Paganelli, fra i principali promotori della campagna per Matteo Renzi. Paganelli ha anche aggiunto: "Per caso, dopo che era stato distribuito a tutti i giornali. E' inconsistente, si riferisce al codice di comportamento e sbaglia sui riferimenti normativi. Le pagine sui giornali non sono state fatte dal comitato Renzi, ma da una fondazione, la Fondazione Big Bang, e non si tratta di un appello al voto neanche nei contenuti. E' un sistema per aiutare le persone non informate del fatto che in via Tomacelli ogni due ore cinque persone si riuniscono e sfornano una delibera. Quella pagina - e si riferisce alla on-line www.domenicavoto.it - è assolutamente in linea con le regole propinate a spron battuto".  Offensiva Matteo Il messaggio, dal titolo '"Si decide il futuro dell'Italia", non ha un committente esplicito, ma la grafica è la stessa della campagna di Matteo Renzi. Nessun invito a votare per l'uno o l'altro candidato, nella pagina, ma la segnalazione che è possibile votare anche per chi non ha partecipato alla consultazione al primo turno. E in fondo la citazione di Giorgio Gaber "libertà è partecipazione".  E' l'offensiva del Comitato Renzi per occupare al massimo la "finestra di due giorni oggi e domani 30 novembre concessa dal regolamento per registrarsi e, quindi votare, alle primarie per chi non ha potuto farlo domenica scorsa. Sulla pagina del Corsera viene spiegato che "è sufficiente iscriversi entro venerdì 30 ore 20 scrivendo una mail al coordinamento "primarie Italia bene comune della propria provincia". Non solo la pagina del giornale: è stato creato anche un sito (domenicavoto.it) che è un generatore di mail per la tegistrazione in vista del ballottaggio. Matteo Renzi si difende: "E' una mail bombing come dicono le agenzie? Signigfica semplicemente utilizzare gli strumentidella rete - ha detto al Repubblica tv - Mandando una mail si chiede di poter votare e se votano più persone di domenica scorsa è un bene per tutti".  Pier non cambia idea "Le regole sono state condivise e decise insieme da tutti. Ora non si può dire ai tre milioni e centomila che hanno votato al primo turno vi abbiamo preso in giro. In questi anni abbiamo già visto troppe regole cambiate in corso d'opera. Non sfregiamo questa meraviglia delle primarie", ha affermato il segretario Pierluigi Bersani reagendo alle polemiche sulla "pubblicità" non autorizzata di Matteo Renzi. La rabbia dei bersaniani Una mossa, questa, che ha scatenato immediatamente la reazione dei bersaniani (poi sfociata nell'esposto del segretario)   " i renziani fanno disinformazione   comprando pagine intere di giornali nazionali. La platea dei votanti   è definita, le regole non si cambiano". Lo scrive su Twitter la   portavoce del Comitato Bersani Alessandra Moretti. "sanno di perdere e vogliono buttarla in caciara   deligittimando il Partito democratico e il vincitore del   ballottaggio", ha poi aggiunto la Moretti.  Il garante Luigi Berlinguer, Il presidente del Collegio dei garanti delle primarie, è sceso in campo e ha lanciato l'allarme per il rischio di "disinformazione e inquinamento" del ballottaggio. "C'è un'informazione non giusta, che inganna gli elettori e gli fa pensare che basti iscriversi per votare", ha detto nel corso di una conferenza stampa.   "Questo turba la regolarità serena della consultazione - ha insistito - non vogliamo elezioni che corrano rischi di inquinamento e disinformazioni".   Berlinguer ha citato tra l'altro le due pagine a pagamento comparse oggi su grandi quotidiani, in cui si dice appunto che per votare basta iscriversi entro domani. E ancora: "Ci è piaciuto molto aprire i giornali e vedere queste due pagine, noi desideriamo che tutti vadano a votare, ma c'è un elemento di disinformazione che induce a pensare che basti inviare la richiesta per poterlo fare- La richiesta di votare è legittima ma deve essere motivata. Non basta la sola richiesta per autorizzare al voto, ma deve essere motivata, valutata e accolta dagli organismi provinciali".   Dunque, ha ribadito ancora una volta, le deroghe all'obbligo di iscrizione entro il 25 novembre "sono casi eccezionali e riguardano solo quanti, per ragioni indipendenti dalla propria volontà, sono stati nell'impossibilità di registrarsi all'albo. Potranno votare dimostrando tutto questo"  

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