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La lista Monti vale tra il 4-9%

Monti Napoleone

Ignazio Stagno
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Mario Monti è a fine corsa. Di questa corsa. Quella tecnica. Ma il Prof si è già rimesso il loden per correre su un'altra pista, quella politica. Ora che si è tolto un peso, che ha chiarito che mollerà il governo dopo il voto della legge di stabilità, ha le mani libere. Libere per pensare in grande. Per fare il politico. Anche se la riserva, ufficialmente, non l'ha ancora sciolta. "Candidarmi? Non sto considerando questa questione in particolare, in questa fase", ha risposto in conferenza stampa a Oslo.  Chi lo vuole... - In tanti hanno suonato la serenata sotto il suo balcone di palazzo Chigi. C'è chi ha pure organizzato una mezza convention per tirargli forte la giacchetta. Quella di Roma, di Italia Futura con Montezemolo imporvvisatosi leader ad interim, è stata una vera e propria investitura. Una di quelle che devono averlo sedotto. Anche nelle vene del gelido prof scorre il sangue. Dopo aver parlato con Napolitano ed aver sfruttato l'assist di Berlusconi, Monti pensa a prendere in mano la situazione buttandosi in campagna elettorale e provando ad impararare l'abc del leader in fretta e furia. Febbraio è dietro l'angolo. Prima cosa va in tv: domani è atteso ad Uno mattina. Non proprio una visita "tecnica", più una pre-marketta elettorale.  Sondaggio: lista Monti flop - Poi con gli occhiali sul naso sbircia i sondaggi e sogna di fare il premier. Politico stavolta. Per chi gli gira intorno e per i sondaggisti sono ore frenetiche. Le dimissioni del Prof hanno maturato una domanda semplice:quanto vale una coalizione centrista, con Udc, Fli e Italia Futura, guidata da Monti, alternativa al Pdl di Berlusconi, al Pd di Bersani e al Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo? La forbice oggi va, secondo un sondaggio Ipr, fra i più accreditati, dal 4-9 per cento. Se Monti restasse nell'ombra e lasciasse fare ad una lista che gli strizza l'occhio come quella del trio Montezemolo-Casini-Fini il risultato sarebbe bassissimo, il 4 per cento. Se invece Monti prendesse in mano la lista e si candidasse a premier allora la stessa lista salirebbe al 9 per cento.    Sondaggisti confusi - Insomma numeri di tutto di rispetto ma un pò poco per sbancare. Di sicuro l'effetto dimissioni si fa sentire. Gli altri sondaggi invece con un pò di incertezza danno altri risultati. La forbice è ampia. Si passa  da un 10% di Swg al 15% di Renato Mannheimer, passando per il 12-15% dell'Istituto Piepoli. Per Piepoli ad una coalizione con in testa Mario Monti "guarderebbe con crescente interesse la metà dell'elettorato ancora indeciso, moderati, liberali di centro, orfani e delusi dal centrodestra berlusconiano. L'Udc di Casini da sola vale non più del 6%, Montezemolo non pervenuto e Fli di Fini il 3 al massimo".   Fuori dal podio - Bisogna comunque sottolineare una cosa: Monti con la sua lista sarebbe comunque la quarta forza politica. Insomma non salirebbe nemmeno sul podio. Il Pd viaggia con un 34 per cento, a cui aggingere il 6 di Vendola, poi c'è il Pdl con un 16 per cento e Grillo con un solido 15 per cento. Monti arriverebbe subito dietro i grillini, considerando la media della forbice. Troppo poco. Eppure il Prof è pronto a dare battaglia. A fare il premier c'ha preso gusto. Non vuole mollare la poltrona. Se qualcuno in precedenza gliel'ha concessa, ora invece vuole prendersela. Il Cav è avvisato. 

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