Deriva dittatoriale

Grillo: "A Salsi e Favia vietato l'uso del logo del Movimento"

Andrea Tempestini

Dalle parole ai fatti. Dopo l'esplosione di arrogante volgarità ("se siete contro di me andate fuori dalle palle") Beppe Grillo fa scattare le epurazioni. I primi della lista dei cacciati sono i ribelli più in vista: Federica Salsi (signorina "punto G") e Giovanni Favia (mister "fuorionda" da Corrado Formigli, con cui parlò delle tendenze dettatoriali del comico ligura). Il tiranno ha vergato la scomunica sul suo blog e poi su Twitter: "A Federica Salsi e Giovanni Favia è ritirato l'utilizzo del logo del Movimento 5 Stelle. Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5s o alla mia figura. Gli auguro di continuare la loro brillante attività di consiglieri". Piccolo Duce - Grillo ieri, martedì 11 dicembre, dopo il video-show in cui invitatava i dissidenti a levarsi dalle palle, era stato accusato dai dissidenti stessi di essere una sorta di Duce. E come Benito Mussolini, Grillo, spedisce le veline: in un cortocircuito di spaventoso egocentrismo e deriva auotitaria, le scomuniche viaggiano sul blog. Come sul blog, ieri, viaggiava il festival dell'insulto a chi si permette di contestarlo. Quindi la consueta difesa di rito: "Io antidemocratico? Con le parlamentarie noi abbiamo scelto i candidati, potete vederli, parlarci...". I soliti ritornelli del comico, insomma. Quindi la difesa di Casaleggio, con medesima conclusione: "Se qualcuno crede che Casaleggio si tenga i soldi, via dalle palle". Il giullare ligure, insomma, non è in grado di fornire (o non vuole farlo) una risposta alle domande presentate da Giulia Innocenzi di Servizio Pubblico.  E a Bologna... - Grillo, lo spaventoso guitto che spacciandosi per emblema della democrazia cerca di distruggere la politica italiana e la democrazia stessa, è stato poi attaccato da decine di militanti. Risposte? Nessuna, ovviamente. Nemmeno alla Salsi, oggi cancellata dal padrone Beppe, che pochi giorni fa chiese spiegazioni a Grillo sui tre grillini candidati al Parlamento che però sono stati depennati a Bologna. "Il perché delle esclusioni - spiegava la Salsi - non è così chiaro, almeno per quanto mi riguarda. Non so se altri abbiano informazioni dettagliate", aveva spiegato la consigliera comunale. Inutile sottolineare che, di informazioni dettagliate, non ne è arrivata neanche una.