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Casini contro Bersani: "Su Grasso e Bondi doppia morale del Pd"

Il segretario Udc: "La sinistra teme un centro forte perché preferisce il vecchio scontro con Berlusconi"

Giulio Bucchi
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Dalle ipotesi di alleanza alle coltellate. Da quando Mario Monti è sceso in campo, il rapporto tra Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini ha registrato un deciso peggioramento. Già sabato il segretario dell'Udc aveva chiuso a possibili intese o strategie comuni con il Partito democratico e oggi, domenica 30 dicembre, le dure parole di Bersani contro il professore e i centristi non hanno aiutato a ricucire lo strappo, anzi. Il segretario democratico ha punzecchiato Monti e la scelta di affidare ad Enrico Bondi, già commissario per la spending review, l'incarico di scegliere i candidati più "puliti" per la propria lista. Casini contro Bersani - "Quando Piero Grasso, procuratore nazionale Antimafia, si candida con il Pd risponde a 'un imperativo morale' Quando Enrico Bondi accetta di contribuire a un lavoro di accertamento sulla trasparenza delle candidature di un nuovo soggetto politico commette 'un vulnus istituzionale'. No, caro Pier Luigi, questa doppia morale non mi convince", ha replicato gelido Casini, che aggiunge: "Il Pd non vuole un'area centrista competitiva e scomoda perché preferisce il vecchio ed eterno scontro con Berlusconi, diventato avversario di comodo". "In realtà - conclude il segretario Udc - le parole di Bersani confermano che siamo sulla strada giusta. Le persone e le situazioni non possono essere valutate diversamente, secondo le convenienze politiche".

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