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Monti torna all'attacco Il Pdl ha posizione estremee a Bersani: si liberi di Vendola e Cgil

Lucia Esposito
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  Mario Monti torna in televisione e, spogliatosi della sua veste di tecnico, e fa campagna elettorale, . Dopo l'intervista di ieri, mercoledì 2 gennaio, il premier uscente è stato intervistata alla tramissione Unomattina su Raiuno. E ha parlato del possibile nome della sua lista. "Il mio nome non sarà quello di una persona che prende l'iniziativa per diventare presidente del Consiglio. Non ci sarà una lista 'Monti presidente' ma rappresenterà un movimento di cittadini, di organizzazioni della società civile e del volontariato per coinvolgere me, e ci sono riusciti, e per fare insieme qualcosa per Italia". l Professore non rivela l'effettiva denominazione ma spiega che sarà, quindi qualcosa tipo con Monti per l'Italia'   Il presidente del Consiglio  conferma che la lista sarà unica al Senato mentre per la Camera "dipende dalle ultime intrepretazioni delle legge", demandate ai lavori tuttora in corso. Spiega che vorrebbe avere un'altra chance:  "Vorrei che ci fosse qualcosa di simile a un governo Monti due per far vedere che nel mio volto non c'è la cattiveria del tassatore ma che ho fatto delle cose per il bene degli italiani".   Attacco a Silvio e il caso di coscienza Monti replica poi alle affermazioni di Silvio Berlusconi che, in un'intervista a Sky, ha accusato il Prof di essere poco credibile, la replica è arrivata a stretto giro, sempre via tv quando definisce il leader del Pdl una "persona che ha mostrato una certa volatilità di giudizio sulle vicende umane e politiche negli ultimi tempi". Risponde anche all'accsa d non essere stato coerente con dichiarazioni in cui diceva che non avrebbe fatto politica. "Non avevo nessuna intenzione di continuare un'esperienza politica dopo quella atipica di questo governo  e sarebbe stata nella mia natura stare nella mia posizione di senatore a vita ed eventualmente essere disponibile a certi incarichi se si fossero profilati, ma mi sono posto un caso di coscienza, perchè sollecitato da tanta gente che ci ha detto andate avanti'". "Mi sono chiesto - ha aggiunto - se nel mio piccolo posso contribuire a trasformare l'Italia in un paese moderno per cercare di portare nella politica quelle energie che ci sono ma che hanno guardato la politica con distanza. Allora ho cercato di scendere dalla mie altezze e salire in politica per fare questo".     Tassatore cattivo  Il premier uscente ha parlato del taglio delle tasse, ha detto di non essere un tassatore cattivo. "Io sono   molto cauto. Noi abbiamo dovuto essere tassatori non cortesi per la   situazione di crisi. La prospesttiva deve essere una riduzione   graduale, con la lotta all'evasione e il controllo della spesa. Se non  si vuole essere prestigiatori in materia fiscale, se si promette una   riduzione fatta senza sostenibilità non si va da nessuna parte". Sulla patrimoniale, Monti ha detto: "Già oggi esistono   tassazioni su base patrimoniale come l'Imu, voluta dal governo  Berlusconi. Non è un discorso che debba essere evitato come il   diavolo. Ho una forte convizione che il sistema fiscale debba avere   una azione di distribuzione. Obama ha ragione: molto meglio che   l'attività di redistribuzione avvenga attraverso il fisco che non   interferendo con la funzione di mercato".  Vota il sondaggio di Libero Bersani e gli alleati "pesanti"  Dopo Berlusconi, Monti si rivolge a Pier Luigi Bersani, e sembra dettagli le condizioni per una possibile alleanza. "Tagliare le ali è una brutta espressione ma tagliare gli estremismi  è una buona cosa". E, partendo da questa premessa gli chiede "un atto coraggioso, silenziare la parte un po' conservatrice del suo movimento", nel mirino mette soprattutto Stefano Fassina, chiede a Bersani di silenziare lui e quanti, in tema di riforma del lavoro, la pensano come lui. E sul piano sindacale attacca  Cgil e Fiom in campo sindacale e Nichi Vendola che, proprio ieri aveva accusato il premier di essere berlusconiano. Monti spiega di aver "constatato in un anno di governo, parlando con il massimo rispetto, che chi ha impedito a varie riforme di andare più avanti, è stato chi è nel blocco più tradizionale della sinistra, Cgil e Fiom per i sindacati, Vendola e sel e Fassina, dal punto di vista politico e molte posizioni nel Pdl che hanno impedito riforme per iniettare più concorrenza, come Brunetta". "Sarebbe molto importante - dice ancora a Bersani - acquisire invece allo sforzo della sinistra oltre al centro, dove anche lì non è che sia tutto oro, anche i riformisti di sinistra e di destra disponibili". In particolare, il Professore ribadisce di puntare "a sinistra su parte considerevole del Pd come Ichino, che addirittura ha lasciato il Pd per venire nel nostro movimento, ma anche Morando, Tonini, Vassallo che hanno scritto una lettera a un quotidiano rivendicando che il Pd stia con Monti". Lo spread Monti parla dello spread calato al di sotto della quota 300. "ci siamo varie volte avvicinati al traguardo, e quasi mi ero pentito di averlo indicato perché poi rimbalzava in alto". Ammette che il merito è di Obama che ha concluso l'accordo per far pagare più tasse solo ai superricchi. Dice:"Eì sceso anche per la distensione sui mercati per l'accordo in Usa sul Fiscal cliff e il rientro di fiducia sull'Italia per rientro di capitali esteri e italiani".   "Spero - dice il Professore - che non sia un fenomeno effimero e che gioverà al Paese e a chiunque governi da questa primavera"   

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