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Governo Renzi, aumenta la Tasi, stangata sulla casa

Ignazio Stagno
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Matteo Renzi comincia la sua avventura di governo col piede sbagliato. E' a palazzo Chigi da sette giorni e già ha preparato una stangata sulla casa. Nel suo primo consiglio dei ministri operativo, il governo Renzi traduce in un decreto legge l'accordo fra governo Letta e Comuni sulla Tasi, la tassa sui servizi indivisibili come l'illuminazione pubblica. I sindaci potranno alzare l'aliquota di un altro 0,8 per mille sulla prima casa, passando dal 2,5 al 3,3 per mille, oppure sulle seconde case, salendo dal 10,6 all'11,4 per mille. I soldi secondo il piano del governo serviranno a finanziare le detrazioni fissate dai sindaci perché, come ricorda il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio, sono loro che possono "rendere la tassa più equa e più flessibile". I bonus dovrebbero ricalcare su un livello leggermente più basso quelli dell'Imu, che erano di 200 euro a famiglia e 50 per ogni figlio. I soldi eventualmente avanzati dalle detrazioni potranno essere usati dai sindaci per altre voci. Gli aumenti - Insomma scaricando la responsabilità sugli amministratori locali, Renzi si prepara a mettere le mani nelle tasche degli italiani. L'obiettivo è quello di spostare verso l'alto il peso della tassa: facendo pagare zero chi ha una casa con bassa rendita catastale, e chiedendo qualcosa in più a chi ha un'abitazione di maggior valore. Ma da Forza Italia arrivano critiche: "È la prima tassa varata da Renzi", dice il presidente della commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone. Gli immobili della Chiesa - Ma il vero giallo riguarda gli immobili della Chiesa. Nel decreto viene garantita l'esenzione per i 25 immobili della Chiesa indicati nei Patti lateranensi, una lista che comprende la residenza del Papa a Castel Gandolfo . Il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta ha affermato che la Tasi andrebbe pagata da tutti gli altri immobili religiosi, chiese ed oratori compresi perché "questa è una tassa sui servizi non sul patrimonio". Poi arriva la retromarcia. I collaboratori del ministro dell'Economia smentiscono questa possibilità, affermando che la Tasi graverà sugli immobili commerciali della Chiesa ma non sui luoghi di culto, come per l'Imu. E un comunicato di Palazzo Chigi aggiunge che la norma "non incide per nulla sul regime impositivo attualmente in vigore per altri beni ecclesiastici". Con lo stesso decreto legge viene prorogata fino alla fine di marzo la rottamazione delle cartelle di Equitalia. Viene poi cancellata la web tax, la tassa sui colossi di internet introdotta con la legge di Stabilità. Insomma la tanto attesa riforma fiscale annunciata da Renzi comincia con l'aumento dell'imposta per la casa. E su questo punto il Cav prepara già la campagna elettorale per il 2015: "Io sono pronto per il voto". Metteo rischia di bruciarsi tutto. 

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