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Renzi su Massimo D'Alema: "In Europa? Ne discuteremo"

Lucia Esposito
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Sembra un'era geologica fa, quando i due, via tv, se le davano di santa ragione, uno augurandosi la fine politica dell'altro. Ora, uno premier, l'altro - si dice - in predicato di diventare commissario per gli Affari Esteri dell'Unione europea al prossimo giro di nomine, giocano di fioretto. Si punzecchiano, ma hanno deciso, per comuni interessi, di deporre le armi. Così al Tempo di Adriano, dove Matteo Renzi presenta il nuovo libro di Massimo D'Alema, Non solo euro, va in scena, alla presenza di tutto il mondo dalemiano, in religioso ascolto dell'uomo che ha rottamato il loro lider maximo, ma forse ora lo recupera, una liason politica che un anno fa sembrava impossibile. Comincia D'Alema regalando al premier una maglia giallorossa di Francesco Totti, visto che il premier, il giorno prima, ne aveva regalata una di Mario Gomez della Fiorentina ad Angela Merkel. Renzi definisce poi «interessanti» alcune proposte fatte da D'Alema nel libro. Come, ad esempio, l'idea di allargare l'Erasmus al Mediterraneo. Parla dello «spread» tra le aspettative dei cittadini e il rapporto con l'Europa, della necessità di un'unione politica, non solo finanziaria. D'Alema, gustando la rivincita, sottolinea i punti in comune: «Questo non è un dibattito, siamo d'accordo pressoché su tutto». Del resto, aggiunge, «facciamo parte della stessa squadra, di una visione fortemente condivisa che parte da un grande amore per l'Europa». Le punzecchiature di D'Alema continuano quando, a proposito del piano di riduzione della spesa pubblica promesso da Renzi, gli ricorda che «con i nostri governi l'avevamo portata al 46% del Pil, ora è al 53%...», insomma «c'è stata anche l'Italia di Prodi, di Ciampi, del centrosinistra... lo dico a Matteo per dirgli che lui è anche l'erede di una tradizione italiana». Erede, altro che rottamatore. «Perché ci sono diverse tradizioni italiane. Ce n'è una che può essere rivendicata in Europa senza paura che ti prendano a calci nel sedere». Il premier cerca di riportare una distanza di sicurezza. «Ora vi leggo una pagina in cui D'Alema mi critica», quella in cui l'ex premier parla delle primarie. «È vero, l'Italia ha ridotto la spesa pubblica. Ma è mancata una riforma forte sul lavoro». D'Alema sarà candidato per le Europee? «Ne discuteremo». Gli concede, intanto, che con lui «il dibattito è stato sempre franco», mentre i dalemiani non gli parlavano «perché avevo avuto l'ardore di attaccare il mostro sacro d'Alema», lui gli ha sempre parlato. (el.ca.)

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