Riforme, gli sms tra Forza Italia e Pd sulla riforma del Senato
Matteo Renzi è stato chiaro: "Il governo va avanti nel piano di riforme, inclusa quella del Senato". Ma il disegno di legge costituzionale varato ieri, lunedì 31 marzo, non piace a parte del Pd e anche a Forza Italia. Così i due partiti, quello del Cav e quello del rottamatore cominciano nuovamente a dialogare per trovare un'intesa che non mandi all'aria quanto deciso nel vertice del Nazareno tra Berlusconi e Renzi. Il Cav ha lanciato un segnale a Renzi: "Avanti così, ma no a testi blindati". E così i "pontieri" si sono messi all'opera per evitare la rottura totale. Per Forza Italia a parlare è il capogruppo al Senato Paolo Romani. L'azzurro in un'intervista all'Huffington Post parla di alcuni sms scambiati con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio proprio sul testo presentato ieri da Renzi in cdm. Gli sms Forza Italia-Pd - "Durante la conferenza stampa - racconta Romani - ho mandato questo sms a Delrio, che era seduto vicino a Renzi: “Caro Graziano, spero solo di non vedere un film sbagliato, siamo anche noi per le riforme, ma sul Senato c'è bisogno di un approfondimento”. La risposta di Delrio: "Ok va bene". Insomma mentre Renzi va avanti on i suoi spot, l'alleanza sulle riforme col Cav rischia di saltare. Salvo accettare le condizioni di Forza Italia. Cosa vuole Silvio - Ed è lo stesso Romani a sottolineare che per Forza Italia il Senato deve restare elettivo: "Gli elettori delle regioni eleggano i loro rappresentanti al Senato nello stesso giorno in cui eleggono i consigli regionali. Rappresentanti che non godrebbero di alcuna indennità. Il che evidentemente non comporta alcun nessun costo aggiuntivo, se non una scheda elettorale in più. Questo consentirebbe di avere un Senato di garanzia". Rezni a giudicare dalle "televendite" che improvvisa in conferenza stampa non pare voglia trattare su questo punto. Ma quell'sms di Delrio, quel breve "ok, va bene" lascia intendere che alle spalle del rottamatore qualcuno sta cercando di trovare la sintesi per evitare che la riforma del Senato possa naufragare in tempi brevi. "Sarà un Vietnam" - Se Renzi non dovesse cedere il destino è segnato: "Cosa succede in Senato si vedrà. So quello che succedeva in Vietnam, quando i vietcong facevano le gallerie sotto il terreno calpestato dai soldati americani e il 29 aprile del '75 entrarono vittoriosi nell'ambasciata americana di Saigon”, afferma Romani all'Huffington Post. Il messaggio è chiaro: sarà guerra. E alla fine resteranno vinti e vincitori. Renzi deve scegliere da che parte stare.