Silvio Berlusconi dimesso dal San Raffaele
Silvio Berlusconi va al San Raffaele per un'infiammazione al ginocchio e subito viene processato. Il ricovero è terminato questa mattina, sabato 5 aprile, quando Silvio Berlusconi (che era entrato al San Raffaele giovedì sera dopo aver annullato tutti gli impegni romani) è stato dimesso. Ma la stampa di sinistra si è scatenata. Partendo dal ricovero un anno fa per uveite nel pieno del processi Ruby e Mediaset, hanno additato questo ricovero al San Raffaele come uno stratagemma, un escamotage per ottenere il rinvio dell'udienza del Tribunale di Sorveglianza che dovrà decidere se affidare l'ex premier ai servizi sociali o agli arresti domiciliari. Il consigliere politico Giovanni Toti ha escluso categoricamente precisando: "Semmai penalizza noi per la campagna elettorale". Anche i legali hanno smentito ogni possibile richiesta di rinvio. Ma tant'è. Mancano cinque giorni alla decisione dei giudici e le illazioni su una malattia "strategica" si sprecano. Tutti i condannati hanno diritto a partecipare all'udienza di di affidamento. Tecnicamente l'ex premier potrebbe chiedere il rinvio per legittimo impedimento nel caso in cui non potesse muoversi. Quando ciò accade, il Tribunale rinvia l'udienza anche di qualche mese e raramente ordina una visita fiscale per verificare le condizioni di salute. Le dimissioni - Berlusconi è uscito dall'ospedale passando dal Pronto Soccorso e non dall'uscita principale dell'ospedale, eludendo così la presenza di numerosi giornalisti e fotoreporter che lo attendevano. Berlusconi, seduto dietro la macchina aveva accanto a lui un paio di stampelle. "Il morale è su, sta bene". Lo ha detto il medico personale di Silvio Berlusconi, Alberto Zangrillo, contattato telefonicamente dai giornalisti che stazionavano davanti all'ospedale San Raffaele poco dopo che l'ex premier ha lasciato la clinica eludendo, appunto, i cronisti. "Deve stare a riposo - ha proseguito Zangrillo - non deve caricare il ginocchio, è il normale decorso per una infiammazione".