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La paura di Silvio Berlusconi: teme gli arresti domiciliari col trucco

Giulio Bucchi
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Una telecamera con microfono direzionale. Puntata su Mariastella Gelmini e Giovanni Toti che, durante una conferenza stampa, chiacchierano tra di loro. Parlano di Berlusconi. In particolare, l'ex ministro vuole notizie circa la salute di Silvio, ricoverato al San Raffaele per un'infiammazione al ginocchio sinistro. «Gli fa male, non cammina, è con le stampelle, ma non ha tanta forza», racconta Toti. «È parcheggiato», commenta Gelmini. Difficoltà di movimento. Anche in politica. Nel rapporto con Renzi. Berlusconi «non sa cosa fare», aggiunge l'ex direttore del Tg4, «ha capito che questo abbraccio mortale ci sta distruggendo», ma il leader di Forza Italia «non sa come sganciarsi». E poi, conclude, c'è «l'angoscia per il 10». Inteso come aprile, giorno in cui al tribunale di Milano ci sarà l'udienza per decidere il destino berlusconiano: servizi sociali o arresti domiciliari. Né gli uni né gli altri, secondo il consigliere politico: «Una giornalista della Stampa mi ha detto che non gli daranno un cazzo, neanche gli assistenti sociali. Gli dicono: vada a casa, stia lì, non rompa i coglioni...». «Consiglio perfetto...», chiosa Mariastella. La grande paura del Cav riguarda proprio la decisione dei giudici di giovedì prossimo (che potrebbe anche essere rinviata), teme l'affidamento ai servizi sociali senza svolgere un'attività in particolare. Ma se la sua libertà di movimento viene limitata di molto, per l'ex premier sarà come essere ai domiciliari. Tutti i dettagli nell'articolo di Salvatore Dama.  Leggi l'articolo integrale di Salvatore Dama su Libero in edicola domenica 6 aprile

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