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La Sicilia paga Zichichi e Battiatoperché se ne stiano a casa loro

In giro per il mondo, tra concerti e convegni. I due assessori non partecipano mai alla riunioni della giunta. Insomma per la Sicilia fanno poco e niente, ma intanto vengono pagati con i soldi puibblici

Andrea Tempestini
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di Alberto Samonà     All'indomani delle polemiche innescate dalle «nomine politiche» dei manager della sanità, un'altra tegola cade adesso sul governo della Regione Siciliana, guidato da Rosario Crocetta. Nelle scorse ore è, infatti, scoppiato il caso degli «assessori fantasma»: protagonisti sono lo scienziato Antonino Zichichi e il cantautore Franco Battiato, titolari di due assessorati strategici per la Sicilia, come Beni culturali e Turismo, che dalla loro investitura, non avrebbero messo piede nei due assessorati. E anche nelle riunioni della giunta di governo la costante assenza dei due assessori vip non sarebbe passata inosservata. Del resto, erano stati proprio Zichichi e Battiato, in occasione della loro nomina, ad avvertire che a causa dei loro tanti impegni non avrebbero potuto garantire una presenza continuativa a Palermo e lo scienziato aveva ironizzato sulla sua residenza a Ginevra, puntualizzando che avrebbe potuto garantire l'attività di governo da qualsiasi parte del mondo: «Con me - aveva detto ai giornalisti - collaborano persone che vivono in Cina o in America e non ci riuniamo sempre nello stesso posto» (...), spiega Alberto Samonà su Libero di sabato 12 gennaio.   In una regione dove lo spreco di soldi pubblici segna il tempo e le ore, pagare due non-assessori sembra troppo. Lo scenziato e il cantanate avevavno fatto intendere che non sarebbero stati mai dgli assessori modello. Crocetta lo sapeva. Ma ha preferito arruolarli per dare un'immagine cool alla sua giunta. Ma non si campa di sole facce. E così la loro assenza cera malumori nelle stanze di palazzo d'Orleans. Meglio pagare qualcuno che voglia davvero fare l'assessore che due vip in giro per il modo.   Continua a leggere l'articolo di Alberto Samonà su Libero di sabato 12 gennaio    

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