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Governo, taglio detrazioni sopra i 55 mila euro e tassa sugli stipendi

Ignazio Stagno
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Ancora una volta il governo lancia il sasso e nasconde la mano. Palazzo Chigi ha smentito i rumors su un piano che prevedeva il taglio delle detrazioni sui redditi che superano i 55 mila euro. Ma nonostante le smentite i conti non tornano, le coperture non ci sono e il governo con l'acqua alla gola chiede aiuto all'Ue per far slittare il pareggio di bilancio (arrivato il sì del Senato al Def). Il tutto per dare 80 euro in più in busta paga a fine maggio come promesso dal premier Matteo Renzi. In via XX settembre sono giorni frenetici. Domani il Cdm dovrebbe varare il decreto per il taglio dell'Irpef, ma per farlo Padoan e Renzi sono pronti a mettere le mani nelle tasche degli italiani. Il piano a cui sta lavorando il governo prevede un taglio delle detrazioni fiscali per i redditi superiori a 55 mila euro. A rivelare la mossa di palazzo Chigi è  stato il Sole 24 Ore. Taglio delle detrazioni - A dare una mano al premier per fargli mantenere la "promessa delle promesse" (gli 80 euro in più in busta paga)  saranno gli italiani stessi, quelli che guadagnano più di 55mila euro all'anno. Lo strumento è una stretta degli oneri detraibili che si farà sentire soprattutto al di sopra dei 100mila euro, dove gli sconti fiscali saranno fruiti solo nella misura del 20%. Secondo il quotidiano economico, nel mirino del governo ci sarebbero i 29 miliardi di oneri detraibili al 19% sostenuti dai contribuenti Irpef. Si parla di spese sanitarie, veterinarie, funebri, per interessi passivi sui mutui, per assicurazioni vita o per istruzione scolastica e universitaria. Il sistema allo studio di palazzo Chigi è chiaro. Nella fascia tra i 55mila e i 100mila euro la detrazione non potrà essere goduta per intero, ma andrà calcolata sulla base di un coefficiente decrescente al crescere del reddito. In pratica chi guadagna 60mila euro e porta in detrazione spese per 1.000 euro oggi ha un bonus di 190 euro e domani lo vedrebbe scendere a 173. Salendo a 80mila euro il taglio sarebbe ancora più rilevante perché, a spese immutate, lo sconto fiscale passerebbe da 190 a 106 euro (-80%). Oltre i 100mila euro la stretta cambia ancora. Insomma a pagare per il taglio dell'Irpef come sempre saremo noi. Tassa sugli stipendi - E come se non bastasse il governo è pronto anche a varare un tributo per chi guadagna più di 90 mila euro. Il progetto, come ricorda Francesco De Dominicis su Libero in edicola oggi giovedì 17 aprile, era nell'aria da un paio di mesi non è stato smentito. Gli stipendi interessati dal tributo sarebbero quelli superiori alla soglia di 80-90 mila euro annui. Il provvedimento interesserebbe sia i dipendenti del settore pubblico sia quelli del settore privato. La giustificazione dell'intervento sarebbe, anche questa volta, nella necessità di reperire le risorse per il taglio dell'Irpef per chi guadagna meno di 1500 euro al mese. Renzi avrà pure fatto le sue televendite, ma il suo è un gioco delle tre carte e a perdere siamo noi. Le indiscrezioni sul taglio agli stipendi sono state rilanciate anche da Repubblica: la scure si dovrebbe abbattere, oltre ai manager pubblici, anche su alte gerarchie militari e professori universitari. Nel dettaglio, il tetto fissato sarà di circa 260mila euro lordi, comprensivi di Irpef e contributi previdenziali, equiparando il trattamento a quello lordo del presidente della Repubblica, tasse e contributi inclusi.

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