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Massimo D'Alema: "Dietro il boom di Grillo c'è la speculazione finanziaria"

Andrea Tempestini
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Rottamati o no che siano, a volta ritornano. Tra loro Massimo D'Alema. Il Baffino che si riscopre complottista. E - udite udite - parla di spread manipolato ad arte. Peccato però che Baffino e la sinistra - tutta - quando Renato Brunetta o Silvio Berlusconi parlano di spread manipolato ad arte (nel 2011, per abbattere il Cavaliere) bollano le affermazioni come panzane. Peccato però che ormai ci siano diverse prove sul "complotto" con cui il leader di Forza Italia fu detronizzato. Ma torniamo a oggi, alla vigilia delle elezioni Europee, e al complotto secondo Baffino. No, in questo caso l'obiettivo non è far cadere il governo. Ma speculare, guadagnare. La teoria - Procediamo con ordine. D'Alema afferma di non credere al sorpasso dei grillini sul Pd. Anzi, sul tema ha una teoria ben precisa: dietro queste voci ci sarebbe ben altro. "Credo anche che le voci circa l'avanzata di Grillo a ridosso del Pd, che non hanno riscontro, siano anche il frutto di una manovra di speculazione finanziaria". Baffino aggiunge: "Queste voci hanno fatto balzare verso l'alto lo spread e quindi poi chi le ha diffuse ha comprato titoli a maggior rendimento, bisogna stare molto attenti alle voci che vengono messe in giro". Il leader Maximo, però, non ha dubbi: "Vincerà il Pd. Il vero dato in queste elezioni sarà il balzo in avanti del nostro partito". Ammesso e non concesso che le voci sul "boom" grillino facciano parte del "complottone" ipotizzato da D'Alema... Grillo blocca gli investimenti - La teroria di D'Alema in parte regge se si guarda l'andamento degli investimenti e i movimenti delle imprese estere nel mercato italiano, in particolare BlackRock. Il fondo d'investimento Usa in questi mesi infatti ha fatto shopping sfrenato nel Belpaese, complice il nuovo esecutivo di Matteo Renzi, e ora avrebbe posto uno stop alle operazioni non solo a causa del Pil negativo, ma anche per via delle europee e della variabile Grillo. Ma il colosso Usa del risparmio gestito di Laurence Fink, con azioni e interessi in Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, ma anche in Telecom e Enel, non è però l'unico a essersi dato una calmata. Così se l'Italia frena alcune dei cosidetti Pigs (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna), recuperano sul mercato dei titoli di Stato. L'agenzia di rating Standard and Poor's ha aumentato il voto assegnato alla Spagna (da BBB- a BBB) con un outlook stabile, mentre Fitch ha alzato da B- a B il rating sul debito pubblico della Grecia. Promosso dunque il lavoro fatto fin qui dai due Governi per recuperare competitività.

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