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Beppe Grillo: "Con gli immigrati torna la tubercolosi"

Andrea Tempestini
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Nuovo capitolo della battaglia di Beppe Grillo contro l'immigrazione. Questa volta il leader grillino, in un post sul suo blog dal titolo "Il ritorno delle malattie infettive #tbcnograzie", punta il dito contro i clandestini, e pure contro gli italiani. Scrive il grande capo Beppe: "I triti e ritriti confronti degli italiani come popolo di migranti che deve comprendere, capire, giustificare chiunque entri in Italia, sono delle amenità tirate in ballo dai radical chic e dalla sinistra che non pagano mai il conto e da chi non vuole affrontare il problema". Passaparola - Secondo Grillo, "quando i nostri bisnonni approdavano dagli Stati Uniti, Paese della Libertà, dopo aver visto la Statua con la fiaccola accesa, venivano subito confinati a Ellis Island in quarantena". E ancora: "Il passaparola di ieri con l'ingresso delle malattie infettive dall'Africa e il contagio di tbc di 40 poliziotti finora accertati è caduto nel nulla. Come se non fosse un problema nazionale il ritorno di malattie debellate da secoli in Italia". "Alla luce del sole" - Il leader pentastellato continua la sua tirata ricordando come "per la tbc non esiste un vaccino che provveda una protezione affidabile per gli adulti, si trasmette per via aerea e le cure richiedono anni. Voliamo reimportarla, reimportiamola! Ma facciamolo alla luce del sole, informando la popolazione che alla polizia non vengono forniti neppure gli strumenti minimi di profilassi. Qui per evitare il tabù del razzismo - prosegue - arriviamo alla situazione grottesca degli Stati africani che chiudono le frontiere tra loro per paura del diffondersi dell'ebola, che ha 21 giorni di incubazione, mentre noi le lasciamo spalancate senza fare alcun accertamento medico su chi arriva da chissà dove nel nostro Paese".

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