Spending review, Renzi vuole tagliare tre miliardi dalla Sanità
Per la seconda volta gli incontri tra Matteo Renzi e i suoi ministri a Palazzo Chigi per fissare gli obiettivi di risparmio e cominciare a valutare i tagli sono stati rimandati. Il premier li aveva inizialmente annunciati per lunedì, rinviandoli poi a mercoledì, fino allo slittamento deciso ieri sera. Renzi ha invitato tutti ad indicare per iscritto nero su bianco i risparmi a loro avviso possibili. Una volta ricevute le valutazioni dei singoli dicasteri saranno poi eventualmente fissati incontri individuali. Palazzo Chigi ha diffuso una nota per spiegare che "la spending review al governo è partita oggi nel Cdm" e che "nei prossimi giorni arriveranno le prime due diligence dei ministri e una volta arrivate si vedrà quanto si avvicinino all'obiettivo del 3% dei tagli indicati da Renzi". La Lorenzin dice no - L'unica che ha avuto un confronto diretto con il premier è stata Beatrice Lorenzin che avrebbe ribadito le difficoltà del suo dicastero di reperire i 3 milardi che Renzi vorrebbe risparmiare sulla Sanità. "Voglio essere ottimista sui tagli - ha spiegato - Spero che il Fondo Sanitario Nazionale non venga toccato". Lorenzin è disposta ad offrire il 3% del budget previsto per il suo ministero, vale a dire circa 40 milioni, ma non ha alcuna intenzione di sforbiciare il Patto per la salute sottoscritto poco più di due mesi fa da Governo e Regioni che invece nei piani del presidente del Consiglio porterebbe in cassa i famosi 3 miliardi. A rassicurare Lorenzin ci ha pensato per ora il sottosegretario all'Economia, Giovanni Legnini: "L'intenzione del governo - ha puntualizzato - non è comprimere i servizi ma ridurre i costi dei servizi sanitari". I tagli dei ministeri - Come la Lorenzin anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti scalpita: "Spero che i tagli siano il meno possibile, ma non è detto che ci siano". La Difesa è infatti già stata coinvolta direttamente quest'anno nelle coperture del bonus Irpef con 400 milioni di euro e secondo i piani di Renzi adesso dovrebbe sforbiciare altri 600 milioni. Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico, che si è detta molto allarmata: lei dovrà garantire 400 milioni di eruo di risparmio sui 12 miliardi di budget. La Giustizia, secondo i calcoli fatti dal Messaggero, dovrà tagliare tra i 250 e i 300 milioni su un rendiconto di 8 miliardi. Anche le Infrastrutture oscillano attorno ai 400 milioni, mentre il ministero del Lavoro, che ha un budget di 110 miliardi compresi i trasferimenti alla previdenza e all'assistenza sociale che da soli valgono un centinaio di miliardi, dovrebbe contribuire con più di tre miliardi. Ma chi dovrà fare lo sforzo maggiore sarà il ministero dell'Economia: Padoan dovrà mettere mano al portafoglio per non meno di 6-7 milardi. Del resto l'obiettivo del premier è quello della stabilizzazione del bonus Irpef (costo 7 miliardi) a favore dei lavoratori e, probabilmente, benefici anche alle imprese, sotto forma di riduzione dell'Irap o di altre forme di alleggerimento della tassazione. In questo modo si innescherebbe un circolo virtuoso con risorse che si rimettono in circolo generando consumi ed occupazione.