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Matteo Renzi, cala la popolarità: perde 15 punti in tre mesi

Gian Marco Crevatin
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Tutti a favore di Matteo Renzi e del suo governo? Un concetto che pare ridimensionato. Almeno stando al sondaggio sulla popolarità del premier pubblicato da Repubblica. Certo, Matteo resta trasversale e il suo Pd vicino al 40%, ma i pareri sulla sua persona sono cambiati. E' quanto emerge dal sondaggio di Demos per l'Atlante Politico secondo cui il Pdr (il Pd di Matteo Renzi) come scrive Ildo Diamanti appare normalizzato. Ha perso, sempre secondo il sopracitato sondaggio, quella caratterizzazione "di sinistra" che piaceva agli elettori dell'ala più radicale del partito, ma fa pure fatica ad attingere consensi in quella piccola fetta di centrodestra a cui da sempre strizza l'occhio: detta altrimenti, il premier non piace più come prima, nonostante il gradimento resti alto. Nel dettaglio, l'Uomo da Rignano sull'Arno è al 54%, primo posto nel paese, rispetto al 69% di giugno. 15 punti in meno - Quindici punti di differenza che pesano. Le ragioni di tale calo, anche qua, sono molteplici. In primis la crisi, che non riduce la pressione sul reddito personale. Ma a deludere una larga fetta di elettorato sta una questione molto più semplice, che va al di là dei numeri, dei decimali, che trascende i famosi zerovirgola, ed è una semplice quanto altrettanto allarmante delusione diffusa. La delusione dei cittadini che ancora una volta hanno visto svanire all'orizzonte le promesse di ripresa del premier e che finora hanno assistito solo a una lunga, combattiva e combattuta, corsa a ostacoli del presidente del Consiglio nella riforme Istituzionali. Come afferma Demos infatti, gli elettori tendono a interessarsi e ad appassionarsi maggiormente ad altro tipo di riforme: quelle del mercato del lavoro, l'occupazione, l'adeguamento delle pensioni più basse, la scuola, il fisco. Fanno sbadigliare, al contrario, le sopracitate riforme istituzionali (fine del bicameralismo perfetto, riforma del a giustizia, la legge elettorale).  Credito - Il calo sta lì a ricordarci come il credito dei cittadini nei confronti di Matteo Renzi, non sia infinito. Nel frattempo, come accennato, gli orientamenti di voto restano quelli che poi sono emersi nell'ultima tornata elettorale, con alcune significative differenze, come ci ricorda il sondaggio: si individuano infatti una crescita sostanziale per Forza Italia, che risale abbondantemente oltre il 18%. Si allarga pure il consenso di Sel, che forse, però, può essere spiegato banalmente col suddetto calo del Partito Democratico. In questo senso, i prossimi mesi appaiono decisivi, importanti, critici, Renzi dovrà stare attento a non tralasciare gli umori della società civile senza "riassumere e sovrapporre, governo e comunicazione".

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